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In Brasile gli stalinisti ripropongono il fronte popolare

1 Novembre 2018
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Poi dicono che stalinismo e trotskismo riguardano solo il passato...

In Brasile sono operanti due partiti comunisti di osservanza stalinista. Il Partito Comunista del Brasile (Partido Comunista do Brasil), formatosi negli anni '60 in appoggio alla Cina di Mao, e il Partito Comunista Brasiliano (Partido Comunista Brasileiro), fedele all'ortodossia staliniana di Mosca.

Il primo, che si vuole a sinistra rispetto al secondo, ha partecipato organicamente con tanto di ministri ai governi Lula, e ha sostenuto apertamente il governo Rousseff; in altri termini ha fatto da stampella al governo di fronte popolare che tradendo le aspettative dei lavoratori ha spianato la strada alla reazione portando al potere Bolsonaro.
Il secondo ruppe con Lula, anche per reazione al coinvolgimento governativo del rivale maoista. Ma ora, nel nuovo scenario, rilancia alla grande il vecchio canovaccio del “fronte popolare democratico”, raccomandando sia aperto «anche alle forze liberali» (risoluzione del 28/10) (1). In altri termini ripropone dall'opposizione, per di più declinandola a destra, la prospettiva del governo borghese “progressista”, la stessa che ha condotto al disastro.

Intendiamoci. È del tutto evidente che di fronte alla svolta a destra del Brasile è necessario rivendicare il fronte unico di classe e di massa di tutte le forze del movimento operaio e popolare, capace di coniugare la difesa dei diritti democratici con le ragioni di classe del lavoro, in una prospettiva anticapitalista. Ma il fronte popolare indica una politica opposta: la subordinazione del movimento operaio all'alleanza coi partiti borghesi liberali. Un'alleanza che legando le mani ai lavoratori finisce col pregiudicare le stesse rivendicazioni democratiche conseguenti, e/o la lotta di massa per realizzarle.

Nessuna meraviglia: entrambi questi partiti si rifanno alla svolta del VII Congresso dell'Internazionale Comunista stalinizzata (1935, relazione Dimitrov) che inaugurò il corso governista dei partiti comunisti nel mondo. Lo stesso che avrebbe tagliato le gambe alla rivoluzione spagnola (1936-'39), subordinandola alla coalizione con la borghesia, e aprendo la strada al franchismo. Da allora il governismo coi liberali “contro la destra” di turno ha segnato il Dna dei partiti stalinisti, ogni volta con gli stessi risultati.

La storia, come si vede, si ripete, seppur in forme nuove. La prima volta in tragedia, la seconda in farsa. Per l'appunto.



(1) https://pcb.org.br/portal2/21233/organizar-a-resistencia-e-unir-as-forcas-populares-democraticas-e-patrioticas-contra-o-fascismo/

Partito Comunista dei Lavoratori

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