Prima pagina

Il PCL partecipa oggi, 16 giugno, al corteo indetto dall’USB a Roma

Contro il governo leghista a cinque stelle. Per una opposizione di classe e di massa

16 Giugno 2018
Volantino 1


“Che tutto cambi perché nulla cambi” se non... in peggio. Potrebbe essere questo il motto del nuovo “governo del cambiamento” Salvini-Di Maio.


LA TRUFFA DEL “CONTRATTO DI GOVERNO”

Resta il Jobs Act, tornano i voucher, si condiziona il cosiddetto reddito di cittadinanza (già rinviato) all'accettazione di lavoro precario. Si annuncia una riforma truffa delle pensioni, dove la quota 100 parte dai 64 anni, resta il meccanismo delle aspettative di vita, le pensioni vengono ricalcolate (tra il '96 e il 2011) col metodo contributivo e dunque ribassate, i 41 anni per la pensione d'anzianità saranno inaccessibili per ogni giovane. Ma soprattutto si fa ai padroni e alle grandi ricchezze il più grosso regalo fiscale del dopoguerra, con un nuovo abbattimento delle tasse sui profitti (Ires al 15%), mentre si continua a pagare il debito pubblico, con interessi accresciuti, al capitale finanziario italiano ed europeo. Cosa significa questo? Significa che persino le poche elemosine sociali che questo governo promette saranno messe sul conto dei lavoratori e delle lavoratrici, che già reggono sulle proprie spalle l'80% del carico fiscale.

Tutto ciò non è solo subordinazione alla Unione (capitalistica) Europea, come vorrebbero tanti sovranisti. È innanzitutto subordinazione agli industriali e ai banchieri di casa nostra, che hanno in pancia 400 miliardi di debito pubblico italiano, che intascano il grosso degli interessi annuali di 70 miliardi sul debito, che hanno visto gonfiare in Borsa il valore delle proprie azioni e profitti, che sgomitano oggi in Africa (ENI) e Balcani a caccia di materie prime, manodopera a basso costo, nuovi mercati e aree di influenza...
M5S e Lega non sono espressione diretta di quel mondo, ma governano il suo sistema: il sistema capitalista (e imperialista) italiano. Per questo cercano di conquistare la sua fiducia.


L'INFAMIA CONTRO I MIGRANTI

Ma siccome per conquistare la fiducia del capitale si mette a rischio la fiducia dei salariati, occorre trovare la valvola di sfogo per la delusione. Ecco la funzione del grande rilancio della xenofobia. 500.000 immigrati cosiddetti “clandestini” da segregare e cacciare, niente asilo e sussidi per gli immigrati regolari, leggi speciali per i richiedenti asilo: il contratto di governo tra M5S e Lega vomita il peggio della reazione xenofoba. Mentre il Ministro degli Interni annuncia che “è finita la pacchia” per gli immigrati, incoraggiando una cultura da pogrom col plauso dei fascisti. È la campagna che ha armato l'infame assassinio di Soumayla Sacko, colpevole di cercare un tetto di lamiera per la propria baracca dopo 12 ore di sfruttamento per un euro all'ora. È la campagna che annuncia il blocco dei porti, in un Mediterraneo che è già la tomba di 20.000 cadaveri.


CONTRO UN GOVERNO REAZIONARIO, UN'OPPOSIZIONE SENZA EQUIVOCI

Occorre allora denunciare con chiarezza la natura reazionaria di questo governo, senza ambiguità e reticenze. È vero: questo governo ha consenso (purtroppo) anche tra i lavoratori. È vero: alla deriva reazionaria hanno spianato la strada le politiche d'ordine di Minniti-Orlando, una burocrazia CGIL che ha coperto l'austerità (Fornero), le stesse sinistre cosiddette radicali che si sono compromesse a più riprese nei governi capitalisti. Ma nulla può giustificare a sinistra posizionamenti equivoci verso il governo Salvini-Di Maio, o addirittura un sostegno al governo, fosse pure “critico”. Se la destra ha capitalizzato i disastri della “sinistra”, non è una buona ragione per dare una patente di sinistra al governo della destra, o per attestarsi su una posizione ambigua di “pressione critica”. Non si tratta di chiedere a un governo reazionario di tener fede alle promesse. Si tratta di smascherare natura e ipocrisia di quelle promesse e di costruire una chiara opposizione politica e sociale al governo. Una opposizione che muova dal versante dei lavoratori e lavoratrici. Un'opposizione di classe e di massa.


PER UNA MOBILITAZIONE UNIFICANTE

Una opposizione di classe e di massa non può aver nulla da spartire con l'eterna rievocazione del centrosinistra, o di un fronte repubblicano col PD. Richiama invece la necessità di un fronte unico di lotta indipendente di tutte le organizzazioni del movimento operaio, politiche e sindacali. Fronte unico di lotta innanzitutto contro le misure apertamente reazionarie che il governo Salvini-Di Maio ha annunciato, come la detassazione dei profitti e delle grandi ricchezze e le misure contro i migranti. Ma anche un fronte unico di lotta su una piattaforma di rivendicazioni unificanti e riconoscibili a livello di massa:

- Per la cancellazione del Jobs Act e di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro
- Per la piena uguaglianza di diritti tra lavoratori italiani e migranti
- Per la riduzione generale dell'orario a 32 ore pagate 40, per ripartire il lavoro tra tutti
- Per la reale abolizione della Legge Fornero, età pensionabile a 60 anni o 35 anni lavoro, finanziata dalla tassazione progressiva dei grandi patrimoni, profitti, rendite
- Per un salario dignitoso ai disoccupati che cercano lavoro, finanziato dall'abolizione dei trasferimenti pubblici alle imprese
- Per la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio di tutte le aziende che delocalizzano o licenziano

Occorre lavorare a ricondurre ogni lotta parziale a questa piattaforma generale.
Attorno a questa piattaforma è necessario costruire il fronte di lotta più ampio, nella logica di una vertenza generale contro governo e padronato.
È la via per sfuggire alla tenaglia tra blocco populista e forze dell'establishment, e costruire un raggruppamento di forze indipendente.
È la via per approfondire le contraddizioni interne al blocco sociale della destra, cambiare i rapporti di forza, creare le condizioni di una prospettiva politica alternativa. La prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, che rompa col capitalismo e riorganizzi la società su basi nuove. Un governo che abolisca il debito pubblico verso le banche e le nazionalizzi senza indennizzo (con la piena tutela del risparmio). Un governo che si regga sulla forza e l'organizzazione dei lavoratori.


CLASSE, NON “POPOLO”. INTERNAZIONALISMO, NON SOVRANISMO

In questi anni, soggetti diversi della sinistra hanno rimosso i riferimenti di classe, o nel nome del “popolo”, o nel nome del sovranismo di sinistra, spesso nel nome di entrambi. Si è trattato di un adattamento alle suggestioni populiste che ha favorito l'arretramento profondo della coscienza di massa, a tutto vantaggio del M5S e della Lega. Ora, di fronte al governo Salvini-Di Maio e al vasto consenso su cui si appoggia, non puoi ricomporre una opposizione reale e di massa continuando a mimare pose e linguaggi del populismo. Devi ripartire da un confine di classe: quello che contrappone capitale e lavoro, padroni e operai, sfruttatori e sfruttati. Un confine di classe per sua natura internazionale. Portare in ogni lotta questa coscienza, ricondurla ad una prospettiva di rivoluzione, è il compito principale dell'avanguardia. Organizzare l'avanguardia attorno a questo progetto significa costruire il partito rivoluzionario dei lavoratori.

Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

FONTE

ALLEGATI