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Di Maio & Salvini, tangenti e costruttori

Il "governo del cambiamento" e lo scandalo di Roma

14 Giugno 2018
raggi


“Onesta, onestà” hanno gridato a gran voce i capi pentastellati per incassare i voti.
“Basta Roma ladrona” ha urlato per vent'anni il megafono della Lega.
Oggi la vicenda dello Stadio di Roma fa tabula rasa di tanta candida innocenza.

Il punto non è giudiziario, è politico. Non ci interessa la cronaca minuta dei dettagli, ma l'assoluta evidenza del dato di fondo: lo stretto intreccio tra capitale e governo, non solo a livello capitolino.

Intanto guardiamo i fatti. Un grande costruttore (Luca Parnasi) promuove il progetto del nuovo stadio di Roma a immagine e somiglianza dei propri interessi. Il supermanager di riferimento del M5S (l'avvocato Alfredo Lanzalone) diventa il primo referente del costruttore e del suo progetto edilizio, in cambio di contropartite per il proprio studio legale e della sponsorizzazione all'ingresso in Cassa Depositi e Prestiti. La giunta Raggi è il luogo istituzionale dello scambio: un vero comitato d'affari dell'operazione. Al punto che l'assessore Paolo Berdini, contrario al progetto, viene “dimesso” per sgombrare il campo da ogni ostacolo.

Una vicenda locale, si obietterà, che riguarda la Raggi e il suo destino. Sbagliato. Il costruttore Parnasi è tra i maggiori finanziatori a livello nazionale della Lega di Salvini, oggi ministro degli Interni, tramite il foraggiamento di una sua onlus (“Più voci”). L'avvocato Lanzalone è il principale consulente legale a livello nazionale del M5S, al punto da essere l'estensore del nuovo statuto pentastellato; è il principale reclutatore di nomine in quota M5S per le aziende partecipate e per il sottogoverno; è il grande procacciatore di relazioni per Luigi di Maio - capo politico del M5S, ministro del Lavoro e Vicepresidente del Consiglio - negli ambienti confindustriali e finanziari; è legato direttamente e a doppio filo a Casaleggio e Grillo, e per loro tramite a Bonafede, oggi ministro della Giustizia, e a Fraccaro, oggi ministro dei Rapporti con il Parlamento.

Ciò significa che non solo la sindaca Virginia Raggi, ma anche i massimi vertici del M5S e del governo sono toccati, in forme diverse, dallo scandalo di Roma. Un progetto di stadio sventra-Capitale, offerto al “popolo” per una contropartita elettorale, è diventato una mina vagante di prima grandezza per il governo leghista a cinque stelle.

Vedremo gli sviluppi giudiziari. Ma il significato della vicenda è indubbio. Chi governa il sistema capitalista, a qualsiasi livello, è inevitabilmente coinvolto nelle regole del gioco, corruzione inclusa. Tutta la partita della cosiddetta urbanistica contrattata lega le amministrazioni agli interessi dei costruttori. Tutti i partiti di governo, locali e nazionali, finiscono sul libro paga dei capitalisti, in forma diretta o indiretta, chiara o opaca. È stato così per i partiti tradizionali della Prima e Seconda Repubblica; è così per i nuovi partiti di governo della Terza.

Il fatto che tutto questo accada a pochi giorni dalla nascita del nuovo governo nel nome solenne del cambiamento, misura solo la distanza tra rappresentazione e realtà. I governi cambiano, ma la realtà resta: quella del capitalismo. Quella che «...nessun mutamento di partiti, persone, istituzioni potrà mai cambiare» (Lenin, 1919)

Partito Comunista dei Lavoratori

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