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Francia: attacco della celere all'Università di Nanterre

Quando la lotta diventa reato

10 Aprile 2018
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Università di Nanterre, 9 aprile 2018.

In mattinata tra i 100 e 200 celerini invadono il campus universitario su chiamata del preside, per cacciare da un edificio alcuni studenti in occupazione. Gli studenti si rifugiano quindi sul tetto, mentre altri studenti e il personale si erano radunati all'esterno, bloccati dalla polizia. Dopo un lungo faccia a faccia, la celere è andata via verso le ore 14.
Essendo finalmente riaperto l'edificio, le persone in presidio fuori sono riuscite ad entrare. A questo punto sono state indette due assemblee generali, una studentesca nell'anfiteatro della facoltà e una di personale e insegnanti in una sala contigua.

Dalle 15, la celere ha fatto una seconda volta irruzione. Un centinaio di celerini è infatti entrato dal seminterrato. Ha invaso il luogo dove si teneva l'assemblea studentesca, iniziando a cacciare fuori dalla sala violentemente i 150 studenti lì riuniti. Studenti scaraventati a terra, placcati, molestati. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni all'interno dell'aula. Sette studenti ammanettati e portati al commissariato di Nanterre, tra i quali vari militanti da più mesi alla testa della mobilitazione e delle assemblee generali contro la riforma Vidal di introduzione della selezione all'università e riforma del diploma. Fra questi un nostro compagno di Anticapitalisme&Révolution - corrente del NPA e militante del sindacato studentesco UNEF, Victor. Ci sono stati inoltre vari feriti, di cui almeno due studenti all'ospedale.

Durante tutto questo il personale in mobilitazione ha cercato invano di contattare la presidenza per fermare la violenta offensiva poliziesca che si stava consumando sotto gli occhi di tutti. Nessuna risposta.
Successivamente la presidenza ha ufficialmente comunicato di avere chiamato la celere sul campus, in ragione di un supposto pericolo, costituito dagli studenti, e di possibili danni e degradazioni.
Non c'è stata nessuna degradazione. Gli studenti si erano pacificamente riuniti nella loro università per decidere del prosieguo di una mobilitazione che da più mesi investe tutto il paese e tutti i settori dal pubblico al privato: contro la selezione all'università e contro la promozione del classismo nelle scuole superiori (Loi ORE, riforma Vidal), contro la privatizzazione della SNCF e la distruzione dei servizi pubblici essenziali (dalla sanità, all'energia, agli spazzini, passando per gli insegnanti e i postini...). Una mobilitazione nazionale che ha visto due scioperi generali e una dura lotta contro politiche antisociali e antipopolari, dove al fianco dei ferrovieri, ci sono tutti, studenti compresi.
Sono 46 le università bloccate, occupate e mobilitate in Francia in questo momento. In moltissime città: nella sola Parigi, oltre a Nanterre, ci sono Paris 1, Paris 4, Paris 8 e Paris 7 in sciopero e in occupazione. Gli insegnanti e il personale sono al loro fianco: cominciano i piani di boicottaggio massivo della nuova riforma, aumentano le petizioni, sono sospesi esami e lezioni e semestri.

Un movimento generale di opposizione, intercategoriale, trasversale, che prende forza grazie a basi sindacali combattive, ad una organizzazione e coordinazione dal basso, e continua sotto l'insegna dello sciopero generale e fa paura al governo Macron: sono settimane in cui si assiste quasi giornalmente ad interventi polizieschi brutali contro studenti nelle loro università, a Nanterre come contemporaneamente a Lille o prima a Grenoble, ad aggressioni perpetrate dall'estrema destra fascista, da ultimo a Paris 1 e a Montpellier, con il beneplacito delle presidenze universitarie e delle istituzioni borghesi.
Sempre nella stessa giornata del 9 aprile, è inoltre iniziato il violento sgombero da parte della polizia della ZAD di Notre-Dame-des-Landes, dove accorrono moltissimi solidali in aiuto degli "zadistes".
Una macchina della violenza legalizzata, contro le piazze del 22 marzo e del 3 aprile, contro i sindacalisti combattivi, come Gaël Quirante delegato sindacale di Sud Poste 92, dirigente di Anticapitalisme&Révolution e animatore del Front Social, vittima dell'accanimento delle Poste a causa della sua attività sindacale. Per lui è previsto un presidio di solidarietà il 12 aprile, dal momento che la direzione delle Poste lo riporta in tribunale.
Una repressione su un movimento che ci insegna l'importanza della convergenza delle lotte, a partire dagli stessi lavoratori delle Poste del 92° dipartimento di Hauts-de-Seine (regione parigina), in sciopero ad oltranza dal 26 marzo, a partire dalla lotta per Gaël fino alla solidarietà con i ferrovieri.
Sempre il 9 aprile, inoltre, alla Gare du Nord (Parigi), ovvero la stazione più grande d'Europa, è stato proclamato sciopero permanente e i ferrovieri hanno attraverso la città in una grande manifestazione selvaggia. Nonostante ciò, numerosi sono stati i presidi di solidarietà in diversi luoghi della città, in sostegno degli studenti e dei lavoratori in lotta.
Senza contare che i ferrovieri autorganizzati hanno dato vita ad una cassa di sostegno, il cui ammontare ha ora superato i 500.000 euro.

La celere in assetto antisommossa, le agressioni fasciste all'interno delle università. A Nanterre hanno fermato brutalmente i militanti politici e sindacali. Li hanno portati in commissariato il giorno stesso.
Ma la risposta non si è fatta attendere: a ciò è seguito subito un numeroso presidio, di studenti e lavoratori, per esigerne la liberazione immediata. Oggi oltre 800 persone, studenti e personale, si sono riunite in assemblea generale all'università di Nanterre per rilanciare lo sciopero generale e esigere le dimissione del presidente dell'università. A portare solidarietà agli studenti si è presentata anche una folta delegazione di ferrovieri. Dall'assemblea si è ribadita la necessità di unire le lotte nella prossima giornata di sciopero generale il 19 aprile.
Dall'assemblea è seguito un corteo di 500 persone che, da oggi pomeriggio, presidia il commissariato di Nanterre, dove si trovano i compagni, i quali verranno portati oggi stesso in tribunale con l'accusa di ''degradazioni e violenze in assemblea'' per un'udienza dove saranno posti davanti all'alternativa di un giudizio direttissimo o di un rito normale. Il presidio combattivo ne esige la liberazione immediata e senza accuse a carico.
Contemporaneante sta anche partendo una manifestazione studentesca di solidarietà dalla Sorbona.

Rispetto alla repressione governativa che criminalizza la militanza politica e sindacale, ci uniamo e con forza sosteniamo i compagni sotto attacco. La vostra lotta è la nostra. Solidarietà internazionale.

Per la liberazione di Victor e di tutte e tutti gli altri studenti e studentesse fermate!

Partito Comunista dei Lavoratori

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