Perché usciamo dal consiglio comunale al momento dell'inno

Da qualche mese le sedute del consiglio comunale di Castiglion Fiorentino vengono iniziate al suono dell'inno nazionale, con i consiglieri in piedi e sull'attenti. A eccezione dei consiglieri del gruppo del Partito Comunista dei Lavoratori, i quali in tale frangente escono dall'aula per protesta contro tale messa in scena. Questo suscita il livore e la volgarità della maggioranza di destra, che ci insulta dandoci di rinnegati e tenta di criminalizzare il nostro legittimo comportamento.

Il nostro atteggiamento è teso a denunciare il clima da collegio militare che si tenta di imporre al consiglio comunale, oggi l'inno, domani l'alzabandiera, domani l'altro con cosa? Il tentativo è quello di voler normalizzare idee e comportamenti, voler omologare i gruppi politici nel consiglio comunale allineandoli come scolaretti pavidi.
Noi siamo diversi. In primo luogo rivendichiamo il diritto alla non condivisione di simboli e icone con le destre presenti in consiglio comunale: non abbiamo nessuna comunanza, né ideale né culturale con nessuno degli gli altri gruppi politici. I nostri rappresentanti sono stati eletti per battersi per gli interessi della classe lavoratrice e di tutti gli sfruttati, non ci mettiamo certo sull'attenti, quindi, insieme alle maggioranze.

Il nostro concetto di patria e di patriottismo è quello dei popoli oppressi, oggi i curdi e i palestinesi in primo luogo, e al fianco dei quali da sempre lottiamo. È quello che accoglie il sacrificio degli eroici partigiani che hanno combattuto e sconfitto il nazifascismo, dei combattenti delle Brigate internazionali alla guerra di Spagna, dei fratelli Rosselli fatti assassinare dal regime di Mussolini, di Pietro Tresso, Camillo Berneri, e delle migliaia di militanti comunisti e libertari perseguitati dallo stalinismo. Queste sono le nostre radici storiche e ideali. Ci battiamo per la costruzione di un'internazionale dei lavoratori. Il proletariato non ha nazione. Né inni nazionali.