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Grecia: la disfatta delle illusioni (social)democratiche

Il governo Tsipras prepara nuovi pacchetti di privatizzazioni e aggressioni

8 Dicembre 2017

In cambio di altri prestiti e di altro appoggio dalla Troika, il governo Tsipras sancisce l'ennesima capitolazione agli interessi predatori del capitale europeo e internazionale sulla pelle dei lavoratori e proletari greci. L'ennesima dimostrazione che la sinistra delle riforme, che non organizza e pratica il rovesciamento del sistema capitalistico e borghese, agisce come argine della borghesia contro gli sfruttati

Tsipras, il miglior uomo della Troika


Il fenomeno Tsipras ha scatenato fior fior di dirigenze politiche e sindacali della sinistra italiana ed europea, esaltando l'esperienza di un riformismo radicale che si poneva alla direzione di un movimento di protesta di massa, in una società fortemente polarizzata per gli effetti del crollo del sistema politico ed economico del paese.
Per primi denunciammo le illusioni di una sinistra incapace di porsi sul terreno della rottura aperta con il sistema borghese e capitalistico, inevitabilmente diretto dalle logiche predatorie della cosiddetta Troika, che esprime l'asse degli interessi dei capitali in cerca di stabilità e di porzioni di mercato su cui pasteggiare.

La dimostrazione di questa tragedia preannunciata passa per la sequenza di tradimenti cominciata con le capitolazioni alle richieste della Troika già nei primi due mesi di vita del governo, il tradimento del referendum che ha visto la vittoria del no (oxi) all'accordo, generando ben tre scioperi generali contro il governo Syriza-Anel.
Attacchi alle pensioni, ai salari, ai diritti sociali e alla previdenza pubblica, tagli ai servizi pubblici, privatizzazione della gestione dell'acqua, di porzioni di territorio turistico, di parte del Pireo, la liberalizzazione di ampi settori dei servizi, etc.

Ora, in cambio di una nuova trance di aiuti, che in realtà vanno ad alimentare la spirale di debito dello Stato greco verso la finanzia europea e internazionale e il suo vassallaggio politico, il governo Tsipras ha preparato un nuovo pacchetto di regali di porzioni di economia pubblica al capitale privato, garantendo la continuità del saccheggio.

Privatizzato per un ulteriore 17% il colosso pubblico dell'energia DEH, colpendo la categoria di lavoratori che esprimeva sindacalmente la maggior opposizione ai processi di svendita del controllo pubblico dell'economia;
Privatizzato il 65% di DEPA, la società che si occupa anche del trasporto e della vendita all'ingrosso del gas naturale;
Privatizzato il 35% di Hellenic Petroleum, la società di raffinazione e distribuzione petrolifera pubblica.

Tutti i settori strategici vengono consegnati alle fauci dei capitali privati, per permettere aggressioni alle condizioni di lavoro, all'universalità della fornitura di servizi, ai prezzi e all'accessibilità di ciò che viene ulteriormente mercificato e messo a profitto. Il tutto regalando, ovviamente, le leve dell'economia greca e gli annessi ricavi e profitti.

Mai più di oggi viene messo in mostra, dalla verità fattuale stessa, come le soluzioni riformiste, per quanto si presentino con retoriche radicali, di movimento o populiste, non fanno altro che coprire a sinistra gli interessi del capitale e del profitto annichilendo e assopendo le classi lavoratrici e proletarie, e tutte le masse impoverite che continuano a subire gli effetti di una crisi socio-economica causata dagli stessi che ne escono vincitori.
Chi può far uscire da questa macelleria il popolo greco, come tutte le classi oppresse europee e mondiali, è solo una forza politica rivoluzionaria e comunista, che si ponga su una prospettiva programmatica e di lotta che abbia come inevitabile condizione l'abbattimento del sistema capitalistico, l'esproprio dei grandi capitali, la nazionalizzazione senza indennizzo delle leve dell'economia e delle banche, il rifiuto del pagamento del debito pubblico e estero e, soprattutto, la presa del potere da parte della classe lavoratrice attraverso i propri organi come precondizione necessaria.
Vale oggi come ieri, vale in Grecia come in Italia, in Europa come nel mondo.

Cristian Briozzo

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