Dalle sezioni del PCL

Le scuole materne comunali e la resistibile ascesa di un mediocre sindaco-manager

4 Dicembre 2017
scuole_bologna


Una valanga di indignazione ha colpito il provvedimento di Merola e la sua delibera per far pagare la frequenza dei bambini delle materne comunali. Verrebbe da dire: care compagne e cari compagni, l’indignazione va bene, ma non possiamo stupirci di nulla.
Forse non è elegante, ma autocitarsi a volte è necessario: nel 2016 abbiamo deciso di non votare Merola neanche al ballottaggio. Altri, anche fra chi oggi si indigna, allora decise altrimenti.
Allora decidemmo che non potevamo consegnare i voti delle lavoratrici e dei lavoratori e le loro famiglie, che ci avevano sostenuto, ad un sindaco di destra amico di costruttori e banchieri, impregnato di cultura padronale.
Al contrario, già allora il nostro candidato sindaco rispondeva a chi glielo chiedeva che contrastare Merola voleva dire battersi per l’istruzione universale e gratuita, un bene di prima necessità. (1)
Fummo facili profeti.
Oggi questo sindaco piccona la scuola pubblica continuando i finanziamenti alle scuole private, anche se bocciati dalla maggioranza dei partecipanti al referendum in favore della scuola pubblica del 2013; riducendo il servizio dei nidi comunali a vantaggio di quelli privati (sovvenzioni alle famiglie che li frequentano dal maggio 2017); e visto che la coperta si fa sempre più corta, Merola si è fatto due conti e ha avuto la “brillante” idea di far pagare la frequenza delle scuole comunali.
La lavoratrici e i lavoratori, sempre più impoveriti dalla crisi e dal taglio dei servizi, anche quelli essenziali come la scuole, non possono più farsi ingannare. Il Partito Comunista dei Lavoratori continuerà a metterli in guardia da truffatori cialtroni come Merola, e il partito - il PD - che li sostiene.
Non basta neanche indignarsi ogni tanto, per poi tornare a fare da stampella alle amministrazioni targate PD.
Non servono neanche riformismi e populismi di sinistra, apparentemente radicali finché si tratta di fare propaganda elettorale, ma poi solo capaci di governare le politiche antipopolari dovute alla miseria che il capitalismo destina ai lavoratori.
Solo la costruzione di una sinistra di classe, schierata sempre e dovunque dalla parte dei lavoratori, impegnata nella unificazione delle loro lotte e resistenze sociali, a partire dalle rivendicazioni più semplici, può invertire la dinamica distruttiva delle loro condizioni di vita.
Solo una sinistra rivoluzionaria può ricondurre ogni lotta di opposizione e di resistenza all'unica prospettiva di alternativa vera: un governo delle lavoratrici e dei lavoratori.
È per una sinistra rivoluzionaria la prospettiva per cui in ogni caso si batte il Partito Comunista dei Lavoratori. Una prospettiva che vogliamo sia presente e riconoscibile, nelle forme possibili, alla prossime elezioni politiche.


(1) vedi: https://pcl-bologna.blogspot.it/2016/05/intervista-rilasciata-dal-candidato.html

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Bologna

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