Dalle sezioni del PCL

"Per un sorso di Sassicaia, hai venduto la classe operaia"

28 Novembre 2017

Comunicato della sezione di Grosseto in merito alla contestazione odierna a Renzi

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Nel nostro percorso di attiva solidarietà di classe con gli operai delle acciaierie di Piombino e dell'indotto - in cassa integrazione o addirittura a casa senza ammortizzatori sociali, dentro un tunnel di precarietà del quale non si vede l'uscita - come sezione di Grosseto del PCL abbiamo oggi condiviso l'iniziativa di contestare l'arrivo del treno di Renzi alla stazione ferroviaria di Donoratico (Livorno).
Non ci mancavano certo gli argomenti di estrema contrarietà al lungo progetto renziano di distruzione sociale e di ulteriore scomposizione di quel che rimane dell'organizzazione e delle conquiste della classe operaia, nonché delle sue organizzazioni sociali, perfino quelle moderate, ma oggi appoggiavamo anche la volontà del gruppo operaio organizzato, ironicamente chiamatosi ''Camping-Cig", di potere esporre la tragicità della propria situazione lavorativa (e quella di un'intera zona, la Val di Cornia) al padre-padrone del (per quanto?) maggiore partito nazionale, nonché azionista di maggioranza del governo Gentiloni.
Ma il giovane rottamatore di diritti ha evitato il confronto, scomparendo su auto di lusso in mezzo ai fischi. In questi anni non ha mai affrontato il drammatico problema di una fabbrica in chiusura per errate scelte manageriali, per inefficienti strategie governative, per piaggeria degli enti locali e per mancate risposte decise di lotta dei sindacati concertativi. Non ha mai voluto ascoltare la voce delle migliaia di lavoratori senza prospettive.
Evidentemente ha altri interlocutori, un'altra classe sociale di riferimento, ed oggi era in loco solo per andare a visitare una di quelle che lui chiama ''eccellenze'', cioè le aziende di produzione del Sassicaia, un vino che può arrivare a 450 euro a bottiglia, l'equivalente in pratica di una pensione minima con la quale tanti sono costretti a tirare avanti.
Aziende mai in crisi, che vivono in gran parte di export verso di cui gode l'alta borghesia di paesi dalle alte disparità sociali, come la Russia odierna.
Facile narrare un'Italia così, nascondendo i lavoratori e le loro crescenti precarietà sotto il tappeto.
Facile sottrarsi alle responsabilità verso i lavoratori protetto da circa 80 agenti del fido Minniti che, al nostro arrivo quasi due ore prima dell'arrivo del treno sponsorizzato PD, a tutto il presidio hanno fatto consegnare i documenti di identità restituiti dopo molti minuti, confinandoci poi "di legge" in pochi metri quadrati il più lontano possibile dall'uscita della stazione.
Alla fine è rimasta l'eco dello slogan del giorno, amaramente ironico, gridato dagli operai in coda alle auto di scorta: "Per un sorso di Sassicaia / hai venduto la classe operaia".
Noi sappiamo che il riscatto dei lavoratori non passerà dalla delega ai partiti borghesi, ma dalla rappresentazione autonoma degli interessi di classe, attraverso un partito dei lavoratori con un programma di rottura col capitalismo, come leva del cambiamento sociale. A questo progetto lavoriamo dalla nostra fondazione, e con questa prospettiva eravamo presenti oggi, come la scorsa settimana lo siamo stati al presidio delle lavoratrici dell'indotto (mense e pulizie) senza più alcun ammortizzatore sociale, sempre avendo come interlocutrice la nostra classe di appartenenza, rappresentata in questo caso dalla caparbia dignità dei lavoratori organizzati in "Camping-Cig".

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione Maremma-Grosseto

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