Dalle sezioni del PCL

Sull'aggressione a Cinzia Ronzitti e altre storie

3 Ottobre 2017
cinzia_ronzitti


L'aggressione a Cinzia Ronzitti va inquadrata nell'atmosfera che intossica questa città. Intolleranza, razzismo ed episodi violenti tracimano dai gruppi fascisti e di destra, allargando il contagio al sentire comune dei cittadini, che, in gruppo o singolarmente, si arrogano il diritto di esercitare azioni prepotenti.

Mentre in centro città si aprono nuove sedi di gruppi di chiara ispirazione fascista, a Multedo si effettuano blocchi stradali e si lanciano sassi per danneggiare il Centro d'accoglienza, in Piazza Banchi nostalgici cantano canzoni del ventennio. A Quinto invece si strappa una bandiera e si malmena una donna, attaccandola per le sue idee politiche e per l'essere donna. Lo slogan fascista “difendiamo le nostre donne” vale solo per le loro. Sugli autobus, nei negozi, negli uffici pubblici, talvolta anche da parte degli impiegati, ogni pretesto è buono per comportamenti intrisi di pregiudizi e per accusare gli stranieri.

Le responsabilità di questa situazione sono molteplici: dei partiti di “sinistra” che hanno fatto politiche di destra, facendo pagare alla classe proletaria l'intera crisi del sistema capitalista; dei principali sindacati, che non hanno mai unito le lotte per difendere il lavoro ed i diritti dei lavoratori; dei media, che si assoggettano al potere fornendo un'informazione filtrata, parziale e manipolatrice.
La vittoria elettorale della destra e la politica securitaria e discriminatoria delle istituzioni sdoganano manifestazioni reazionarie sopite, innestate sulla fatica di un'esistenza sempre più precaria e priva di tutele, che pervade la classe lavoratrice. Si alimenta così il senso d’insicurezza e di pericolo. Il nemico pubblico è individuato: sue, dello straniero, sono le colpe di tutto. E così la rabbia che cova per la disoccupazione e per la difficoltà di sbarcare il lunario, si scarica sui più deboli e salva i veri responsabili. Ci si culla nell’illusione, abilmente indotta, di un’Italia paese del Bengodi, ma solo se sarà liberata da stranieri, poveri, e disciplinata da un ferreo controllo poliziesco. Mentre accade tutto questo non una voce si alza dai partiti di opposizione.

Ed ecco che in questo contesto Cinzia Ronzitti è colpevole: colpevole di essere comunista, colpevole di lottare contro il capitalismo, colpevole di difendere tutti gli sfruttati di ogni colore e nazione, colpevole di difendere una bandiera che rappresenta tutto questo; e facilmente attaccabile perché
donna.

Numerosissime sono state le testimonianze di solidarietà. Spicca però l'imbarazzante silenzio dei partiti di “sinistra” presenti nelle Istituzioni, dei principali sindacati e dell'ANPI. Se anche la solidarietà e la condanna di atti gravemente lesivi della libertà è di parte, il fascismo ed i comportamenti parafascisti continueranno a prosperare.

Rossana Aluigi - PCL Genova

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