Dalle sezioni del PCL

Per un fronte unico di classe contro gli sgomberi e la repressione

8 Settembre 2017

L'avversario di classe colpisce unito, mentre chi subisce la repressione affronta i colpi in ordine sparso. Continueremo a batterci in tutte le sedi possibili per un fronte unico delle organizzazioni della sinistra contro la repressione e la negazione dell'agibilità politica e sociale

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Gli sgomberi di due centri sociali in pieno agosto, preceduti dallo sgombero di un centinaio di famiglie dai palazzi di via Gandusio di proprietà ACER in luglio, dimostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che magistratura, Prefettura, Questura e giunta Merola marciano di comune accordo per il "rispetto della legalità", la "loro" legalità, quella chiesta da padroni, palazzinari e speculatori vari, che preferiscono lasciare andare in malora il patrimonio edilizio sfitto piuttosto che utilizzarlo per fini sociali.

Gli sgomberi di famiglie occupanti, infatti, quali che siano le ragioni accampate dal sindaco, non sfociano poi in ristrutturazioni di edifici da adibire ad alloggi a canone convenzionato: quasi tutti gli sgomberi ordinati dalla magistratura ed effettuate con la consueta solerzia dagli apparati repressivi dello Stato rimangono a marcire per anni, prima che qualcuno ricordi che esistano. Migliaia sono le famiglie senza un tetto dignitoso e migliaia sono gli alloggi sfitti, a partire da quelli di proprietà ACER, continuando con quelli delle banche e delle società immobiliari, per finire con quelli della curia, che, nonostante oggi cerchi di rifarsi una verginità, in un passato non lontano ha richiesto lo sgombero di famiglie occupanti dagli appartamenti di sua proprietà.

Esistono inoltre aree dismesse dal demanio militare o ex fabbriche che potrebbero essere riconvertite ad uso pubblico dal sindaco, se non fosse, come gli altri che l'hanno preceduto, prono agli interessi dei costruttori, compresi quelli aderenti alla Lega delle Cooperative. Merola si è interessato più che altro a regalare a Farinetti, che ringrazia, ottantamila metri quadrati del Centro agroalimentare, che serviranno a F.I.Co.,la Disneyland del cibo, in cambio di 800 posti di lavoro sottopagati.

In questo contesto si inseriscono gli sgomberi di Làbas e Crash, nonostante i media preferiscano passare sotto silenzio che i centri sociali colpiti siano stati due, non uno soltanto, cercando di isolare i "cattivi" (con i quali non c'è alcuna possibilità di dialogo) dai "buoni", che godono di appoggi politici anche in consiglio comunale.

La risposta avrebbe potuto e dovuto essere unitaria, se si fosse cercato di costruire un fronte più largo possibile di forze politiche e sindacali facenti comunque riferimento al movimento operaio, che ponesse sul piatto la contestazione di una politica sull'uso letteralmente scandaloso del patrimonio edilizio. Invece si è preferito da parte di Làbas andare ad una trattativa con il sindaco sul luogo alternativo e sui tempi di ristrutturazione della ex Staveco, facendo leva sul valore sociale e sulle attività di animazione e culturali che si svolgevano nel centro sociale, perdendo così ancora una volta l'occasione per allargare il discorso sulle politiche antipopolari del PD e del governo, di cui la giunta Merola è sostenitrice. Addirittura Làbas e Crash non hanno neanche concordato una risposta comune contro gli sgomberi!

Il Partito Comunista dei Lavoratori è un piccolo partito che non si rassegna a constatare che l'avversario di classe colpisce unito, mentre chi subisce la repressione affronta i colpi in ordine sparso.
Contribuiremo a batterci in tutte le sedi possibili per un fronte unico delle organizzazioni della sinistra contro la repressione e la negazione dell'agibilità politica e sociale.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Bologna

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