Prima pagina

La conclusione della vertenza FCA Serbia: la burocrazia sindacale salva Marchionne

5 Agosto 2017
Fiat_Serbia


Come abbiamo scritto e raccontato nell'articolo "Fiat, sciopero ad oltranza in Serbia", nello stabilimento di Kragujevac, in Serbia, i lavoratori della FCA hanno scioperato ad oltranza rivendicando aumenti salariali del 20%, il pagamento degli straordinari e dei bonus di produzione, il rispetto dei diritti sindacali e lo stop dei licenziamenti.
Dopo tre settimane lo sciopero è terminato, dopo che l' azienda e il principale sindacato, Salmostani (legato al governo nazionalista serbo) hanno raggiunto un accordo, grazie all'intervento del governo serbo.


L'ACCORDO

Rispetto le richieste iniziali si è arrivato ad un accordo a ribasso, un compromesso sulle spalle dei lavoratori che si ritrovano con poco e nulla in mano dopo tre settimane di sciopero ad oltranza, con tutti sacrifici economici, fisici e mentali che comporta.
Invece dell'aumento del salario a 420 euro (rivendicazione iniziale), l'aumento salariale, tra aumento della paga base e ritocchi per l'inflazione, arriverà a 350 euro - quando il salario medio è 380 in Serbia. Per il pagamento degli straordinari e dei bonus di produzione, una promessa di "esaminare le opzioni per assicurare i rimborsi ai lavoratori che restano oltre l’orario di lavoro durante le ore notturne". Mentre rispetto alla riduzione dei turni e dei carichi di lavoro - aumentati vertiginosamente dopo il licenziamento di 1000 operai - rifiuto più totale da parte della azienda.
Il tutto firmando la rinuncia al diritto di sciopero, dicendo che chi sottoscrive l'accordo “s'impegna a desistere da un qualsiasi sciopero durante l’intero periodo del nuovo contratto collettivo” (tre anni).


BUROCRAZIA E CRISI DI DIREZIONE

Il punto centrale è il ruolo della burocrazia sindacale, che ha accompagnato lo sciopero degli operai per non perderne il controllo, e poi ha firmato un contratto a ribasso, speculando sulla loro fatica. Facendo gli interessi della borghesia (FCA) e del governo - che ricercava l'accordo rappresentando la FCA il 3% del PIL e l'8% delle esportazioni - e non gli interessi dei lavoratori.
Questo caso dimostra che anche la lotta più gloriosa e radicale non vince senza una direzione classista e rivoluzionaria. Per questo ci impegniamo a costruire tendenze classiste e rivoluzionarie nei grandi sindacati di massa, in Italia con l'opposizione CGIL-Il sindacato è un'altra cosa. Per questo costruiamo il Partito Comunista dei Lavoratori, in Italia, e la Quarta Internazionale, nel mondo.

Michele Amura

CONDIVIDI

FONTE