Dalle sezioni del PCL

Dopo lo sgombero di Via Gandusio. Una nuova fase della lotta per la casa

Comunicato stampa

21 Luglio 2017
ViaGandusio

Ormai non sappiamo più che aggiungere, oltre a quello che abbiamo già detto e scritto, sulle politiche antipopolari (oseremmo dire liberticide) che contraddistinguono la giunta Merola due.
La concezione di fondo è quella trita e ritrita del PD nazionale: se hai i soldi per permetterti servizi a pagamento "vai in carrozza", come si suol dire, altrimenti... sono fatti tuoi. Al peggioramento generale di tutto il welfare, c'è da aggiungere il nulla assoluto dal punto di vista delle politiche sulla casa, anzi, se possibile, un peggioramento sensibile, se contiamo il fatto che Merola riesce a espellere dalle case popolari anche chi ha un contratto regolare.

L'ultima "prodezza" dell'ineffabile sindaco, attraverso il cane da guardia ACER, è stata la sgombero delle palazzine di via Gandusio: certo, necessitano di lavori di ristrutturazione da decenni (come chiedono da tempo anche gli ex inquilini), visto che cadono a pezzi, ma le soluzioni trovate per ricollocare le alcune decine di famiglie sbattute fuori di casa all'alba da centinaia di poliziotti, senza neanche il tempo di raccogliere i pochi beni affettivi rimasti negli alloggi, sono tutte di fortuna.

In questa occasione le cosiddette forze dell'ordine sono state protagoniste di un episodio gravissimo: la distruzione di tutte le porte dei locali del Circolo ARCI Guernelli (evidentemente considerato colpevole di aver ospitato le riunioni dell'Associazione Sindacale Pugno Chiuso) e l'ammanco di alcune casse di bibite. Ciò è successo mentre gli stabili erano sotto il controllo della polizia, quindi stavolta non possono essere attribuite responsabilità ai "soliti autonomi" o "vandali" che dir si voglia.

Naturalmente, la "normalizzazione" di via Gandusio non significherà la fine della lotta per la casa, perché quando un problema esiste oggettivamente non scompare neanche se si attua una feroce repressione. Le case occupate (ex Telecom, Via De Maria, Via Stalingrado, Mura di Porta Galliera, Via Zanardi, Via Gandusio) sono state tutte disoccupate brutalmente, anche se per quanto riguarda via Gandusio il discorso è diverso, visto che trattasi di case popolari assegnate a coloro che oggi vengono sbattuti fuori. Il fatto è che se non si inquadra la lotta per ottenere alloggi a edilizia convenzionata per tutti i nuclei familiari che ne hanno bisogno con una più generale lotta nei luoghi di lavoro che veda protagonisti i lavoratori, se non si lega cioè la lotta per condizioni migliori di lavoro e salari più alti a quella per lo stato sociale (che è salario differito), difficilmente si riuscirà ad avere successo.

Con lo sgombero di Via Gandusio è terminata una fase della lotta per la casa, ora se ne può iniziare un'altra, con più maturità alle spalle.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Bologna

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