Interventi

Paladini della carità? No grazie!

16 Febbraio 2017
carità

Apprendo sempre con dispiacere ma senza stupore, dato che ormai è una prassi consolidata, dell’ultima vergogna politica dei sindacati, se si possono ancora chiamare sindacati degli enti che da anni stanno distruggendo il mondo del lavoro senza mettere in campo lotte degne di questo nome e stanno accettando passivamente tutte le politiche antioperaie messe in campo dai vari governi di centrodestra e di centrosinistra (come il Jobs Act).

Mi riferisco ai tanti licenziamenti a cui nel corso degli ultimi anni CGIL CISL e UIL hanno messo allegramente la firma, sia che siano stati licenziamenti collettivi per chiusure e delocalizzazioni, sia che siano stati licenziamenti più “soft”, tramite buonuscita o incentivi. La costante è sempre la mancata tutela della classe a cui dovrebbero fare riferimento, quella dei lavoratori, a favore di un servilismo e di una connivenza sempre più marcati con la classe padronale.

Non contenti, CGIL CISL e UIL prendono ora nuovamente in giro i lavoratori. Infatti, in questi giorni, il Comune di Forlì ha varato il bilancio, confermando i finanziamenti per il welfare e per il fondo anticrisi, con l’appoggio di CGIL CISL e UIL. Verrebbe da chiedersi cosa c’è di strano, sembra un’iniziativa condivisibile.

Ma ogni lavoratore con un minimo di coscienza di classe capirebbe il giochino e si chiederebbe: “ma come, prima fate in modo che mi licenzino e poi approvate l’erogazione di soldi pubblici a chi come me rimane a casa?” Forse era meglio non svendere a monte il diritto al lavoro per quattro spicci di buonuscita, forse era il caso di mettere in campo un programma di lotte dure nelle vertenze aperte sul territorio e forse, udite udite, era il caso pure di coordinarle queste vertenze, con una piattaforma di lotta dura e decisa, come duro e deciso è l’attacco padronale ai lavoratori.

Care CGIL-CISL-UIL, la maschera l’avete gettata da tempo. Non siete più credibili, abbiate l’onestà di riconoscere che il vostro mestiere è da un lato dare schiaffi ai lavoratori, dall’altro convincerli che se li meritano.

Frecciarossa, disoccupato venduto dal sindacato

CONDIVIDI

FONTE