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Sugli scontri all'università di Bologna

Contro la repressione!

14 Febbraio 2017
Zamboni


Lo scorso gennaio, a Bologna (dopo altri tentativi falliti di adozione di misure securitarie) l’Università ha installato un sistema di tornelli presso la storica Biblioteca di Discipline Umanistiche (BDU), situata nel cuore di via Zamboni, nella zona universitaria della città.
Immediatamente, molti studenti frequentatori della biblioteca e sempre più universitari di varie facoltà si sono attivati per far ritirare questa misura, apertamente in contrasto con la storia della biblioteca stessa, luogo tradizionale di studio e di incontro aperto a tutti, non solo agli universitari.
Di fronte all’assenza di risposte da parte dell’ateneo, alcuni studenti hanno fisicamente smontato i tornelli: è partita allora una campagna dell’Università di Bologna contro gli studenti stessi, culminata nella chiusura arbitraria della biblioteca stessa, peraltro in periodo d’esami. Alla sua riapertura per mano degli studenti, il rettore ha chiamato la celere perché sgomberasse con la forza il luogo, senza preavviso. Ad oggi, la biblioteca rimane chiusa (e contiene ancora gli oggetti personali dei molti studenti che vi si trovavano al momento del raid poliziesco) e continua la campagna di diffamazione degli studenti coinvolti in questa lotta, specie a quelli del Collettivo Universitario Autonomo (protagonisti della rimozione dei tornelli).

Agli studenti che lottano contro i tagli e le misure repressive non può che andare la nostra piena solidarietà e il nostro invito a continuare e ad estendere la lotta. Ma proprio perché l’attacco generale dei padroni e dei loro funzionari polizieschi e delle istituzioni è più forte e generalizzato che mai, non possiamo che registrare i limiti della risposta studentesca: mancano organi di autorganizzazione diffusa nelle scuole e nelle università, manca la convergenza pratica delle lotte e delle loro rivendicazioni, manca un collegamento organico alla classe lavoratrice, l’unica parte della società che davvero può ribaltare la situazione sulla base della propria forza sociale.
La sfida che anche gli studenti in lotta devono affrontare è quella del coinvolgimento nella mobilitazione dell’organizzazione indipendente della maggioranza degli studenti, e non solo di un piccolo settore di avanguardia: così da sottrarli all’influenza della burocrazia d’ateneo e dei servi dei capitalisti schierati in prima linea contro la lotta, come nel caso della tirocinante (che, guarda caso, è "responsabile legalità" nella segreteria regionale del PD!) e della direttrice della biblioteca, che hanno dipinto la BDU come un luogo di perdizione caduto in tali condizioni per colpa di presunti collettivi studenteschi onnipotenti e criminali.

Il solo antidoto a questa propaganda è una risposta politica di massa, radicale degli studenti, che non metta in questione solo l’università-azienda di oggi, ma la società che la genera, il capitalismo.

Partito Comunista dei Lavoratori - Commissione studenti

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