Interventi

Francia: svolgimento, prospettive e contenuti del movimento contro la legge El Khomri

da: Révue Anticapitalisme et Révolution - n°24 ottobre/novembre 2016

18 Gennaio 2017

Il movimento contro la Loi Travail e la situazione politica

La primavera 2016 é stata segnata dal primo grande conflitto di classe contro il governo Hollande. Questo movimento, d'ampiezza inedita, si é ugualmente distinto per il suo carattere poliforme, combinazione di più periodi e forme di lotte. Comprendere da dove viene tale movimento, cosa esso significhi, é fondamentale per capire il periodo che si apre, il quale sarà attraversato da questioni elettorali relative all' elezione presidenziale e alla spirale reazionaria dei differenti candidati, a sinistra come a destra.

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Un fulmine a ciel sereno?

La potenza, la durata del movimento contro la Loi Travail, hanno sorpreso molti osservatori, compreso nell'estrema sinistra. Da un altro lato questo movimento non nasce all'improvviso. È il risultato della maturazione di conflitti sotterranei, invisibili della classe contro il padronato e il governo al suo servizio.
Dal 2012 infatti, il governo era riuscito a fare passare, quasi senza opposizione sindacale, varie misure, fra cui l'ANI, mettendo in opera accordi di competitività, la , base per la riforma dei ritmi e la riforma della scuola media. I primi segnali di un possibile cambiamento si sono avuti con lo sciopero della SNCF di giugno 2014, contro la riforma ferroviaria. Questo sciopero era un segno che ci si poteva battere, sconfiggere questo governo.
Successivamente, è in tutt'altra situazione che i lavoratori si ritrovano a fine 2014, faccia a faccia con la Loi Macron, ulteriore simbolo della natura filopadronale e neoliberista del governo Hollande. Si assiste allora a un intensificarsi di mobilitazioni contro questa legge.
Per la prima volta dall'arrivo di Hollande al potere, si affaccia la possibilità di una risposta di insieme contro la sua politica. All'interno della CGT, sempre più militanti contestano la politica del dialogo sociale. Contestazione che esplode a seguito dello . Dietro questo scandalo si trovava una denuncia importante, fatta dai militanti, della politica di collaborazione di classe portata avanti dalla confederazione a partire dal 2012. La direzione del sindacato è costretta, pur di riportare la calma, a sacrificare Lepaon. Così, andando avanti, l'orientamento politico generale del sindacato resta lo stesso: nonostante ciò, delle frange sindacali oppostesi alla linea collaborazionista sono emerse e continuano a farsi sentire.
Gli attentati di Charli Hebdo e dell'Hyper Cacher, la chiamata all'unità nazionale dell'11 gennaio, costituiscono un colpo d'arresto a questa evoluzione del clima politico. Ma inaspettatamente, questo arresto non è che temporaneo. In primavera, le lotte riprendono: nella sanità, nell'educazione contro la reforma della scuola media, etc. Philippe Martinez deve considerare questa pressione alla base, cosa che spiega il rifiuto di presentarsi nelle occasioni di dibattito sociale, e mette in atto un linguaggio apparentemente duro nei confronti del governo. In ottobre 2015, l'affare delle di Air France suscita un fermento popolare. Molti si riconoscono nei panni di questi scioperanti che hanno rimesso in causa il potere di piccoli padroni. Gli attentati del 13 novembre sono il pretesto, per le direzioni, di annullare diverse manifestazioni che erano state convocate la settimana successiva. Per altro, i conflitti sociali proseguono e il loro numero aumenta ( da 50 a 70 in settembre, e da 80 a 90 in novembre- dicembre).
Queste lotte, invisibili, portate avanti da gruppi nei settori spesso e precari ( alberghi, restorazioni, commercio etc), riportano in certi casi delle vittorie importanti. Comincia a farsi largo l'idea che è possibile vincere. Ma queste vertenze restano parcellizzate, non è condotta alcuna politica di unificazione.
Il 12 gennaio 2016, Mickael Wamen e otto sindacalisti di Goodyear- Amiens sono condannati a 9 mesi di prison ferme per avere difeso il loro posto di lavoro. Questo verdetto provoca,, indignazione a livello nazionale, come all'epoca di Air France. Il 4 febbraio la CGT lancia manifestazioni in tutto il paese. Fatto importante: a Parigi, per la prima volta, un militante sindacale, Mickael Wamen, interpella pubblicamente Martinez sulla sua politica. Il confronto pubblico di questi due discorsi mostra, agli occhi di tutti, il conflitto in corso nella CGT, tra una base giovane, spinta da frange sindacali combattive, e il vecchio apparato spaccato davanti alle politiche di compromissione.

Un movimento in quattro periodi

Ritornare sul periodo che precede il movimento è fondamentale per comprenderne tutte le implicazioni, e quello che ha significato in tanto che rivoluzionari. Il movimento contro la Loi Travail non si è prodotto casualmente, ma è stato l'espressione di un momento di fermento generale.
Nonostante ciò, fino a quel punto tutto era accaduto in ordine sparso, confuso: mancava una iniziativa che permettesse di centralizzare questa rabbia generale contro il governo. La Loi Travail poteva diventare il perno attorno al quale articolare la contestazione generale contro il governo e il padronato. È il momento che scelgono i giovani per convocare la data del 9 marzo. Il fatto che sia il settore giovani dell'NPA ad essere presente alla iniziativa de la conferenza stampa di appello alla data in questione, dimostra l'importanza che possono avere dei rivoluzionari nel periodo. In ogni caso, delle manifestazioni sono annunciate dappertutto, preparate da assemblee generali ( AG) nelle facoltà. La pressione aumenta sulla CGT, in quanto questa data riscontra un'eco ben al di là dei giovani studenti. La CGT e FO ( Force Ouvriere) si trovano costrette a riconoscere che qualcosa si sta muovendo... a Parigi facendo però appello a un concentramento alle 13, dall'altro lato della capitale. Nonostante ciò, il 9 marzo a Parigi, dalla fine del concentramento, i militanti sindacali si dirigono in massa a place de la République, per unirsi alla manifestazione studentesca. Alcuni hanno deciso di andare direttamente lì. In totale, 100 000 manifestanti si mettono in movimento a partire da place de la République.
Padroni, governo, burocrati sindacali al loro servizio cominciano ad agitarsi. Inizia ad materializzarsi la possibilità di una convergenza tra giovani e classe operaia, capace di catalizzare tutta la rabbia contro il sistema. Bisogna velocemente invertire la tendenza. Le direzioni sindacali fanno un appello ad una giornata di sciopero interprofessionale il 31 marzo.
Si possono quindi individuare quattro grandi momenti in questo movimento di durata inedita. Tra il 9 e il 31 marzo, le manifestazioni studentesche proseguono, alle quali spesso partecipano le frange sindacali giovani, più combattive... Ma queste manifestazioni restano questione di una minoranza. Le AG- assemblee generali- nelle facoltà non aumentano più,si svuotano. Detto ciò, questa minoranza è determinata a battersi. Dei giovani, una parte costituirà l'insieme di Nuit Debout.
A partire dal 31 marzo emerge . In questo movimento, dove coabitano varie preoccupazioni e orientamenti, si creano commissioni, , , che cercano di orientarsi verso il mondo del lavoro. Ci sono spesso giovani, studenti, ma anche giovani quadri sindacali combattivi, a capo di queste commissioni. Il fenomeno è tale che Philippe Martinez, dopo il 51esimo congresso della CGT, dove era stato decisamente criticato, sceglie di presentarsi davanti alla AG dei nuit- deboutisti, con un discorso apparentemente radicale sullo sciopero rinnovabile, finendo col dire che, come confederazione, questo genere di sciopero non è pensabile.

Il periodo che segue il 51esimo congresso vede altri settori più tradizionali, entrare in lotta: raffinerie, portuali, ferrovieri... Il 10 maggio, il governo sceglie di passare con la forza contro il suo stesso Parlamento usando l'articolo 49.3 della Costituzione. I blocchi allora si moltiplicano. Se qui si tratta di settori tradizionali che hanno sempre costituisto vettori di lancio negli scioperi, si assiste a dei blocchi fra giovani, studenti, ma anche tra precari, lavoratori interinali, che vedono lì, il modo di esprimere la loro rabbia contro il governo.

Il movimento prosegue, sotto una nuova forma. Quando il 22 giugno, il governo tenta di vietare la manifestazione parigina, e un compromesso vergognoso viene raggiuto con le direzioni sindacali, diretto a la manifestazione, molti militanti si ribellano. Qualche centinaio di manifestanti, raggruppati in un corteo interprofessionale, rifiutano collettivamente di sottoporsi ai controlli della polizia. Il movimento si trova ora a battersi contro le misure repressive e anti- democratiche ( contro il 49.3), ma sempre con l'intento di rimettere in causa radicalmente questa società, e di cercare di oltrepassare le decisioni delle direzioni sindacali.

L'emergenza di un'avanguardia larga
Quattro mesi di lotta, quattro periodi diversi. Differenti settori si mobilitano in differenti momenti, sempre in maniera minoritaria. Ma con la questione che ritorna: come finirla con questa politica e, più in generale, con questo sistema? Come bloccare l'economia? Avendo compreso, qualche volta in maniera confusa, che è dal lato mondo del lavoro che le cose decisive si giocano; per i più coscienti, che necessario proclamare uno sciopero generale.

Questi giovani, questi militanti sindacali, questi lavoratori, isolati ma radicali, costituiscono, in maniera chiara, un'avanguardia larga con la quale oggi è possibile discutere di questioni strategiche fondamentali.
Il concetto di avanguardia larga non è nuovo. Viene utilizzato già dalla Ligue communiste negli anni successivi al 1968: < una parte di lavoratori che, a partire dalle mobilitazioni, acquisisce la coscienza della necessità di organizzarsi in maniera collettiva e duratura, e che è all'origine delle risposte agli attacchi padronali.Si tratta di lavoratori capaci di innescare, stimolare e di orientare le lotte di grandi masse.[...] Possono essere condotti ad opporsi a uno o più aspetti della politica dei riformisti e, da lì, a perdere fiducia negli apparati burocratici e nella loro politica>, spiegava il secondo congresso della LCR.

Il movimento contro la Loi Travail aumenta la distanza fra le masse e il PS- Partito Socialista. I partiti riformisti alla sua sinistra non sono riusciti per il momento a manipolare a proprio vantaggio questa delusione e questa collera. Collera di cui in parte si è approffittato il FN- Front National; detto ciò globalmente, il primo partito in Francia rimane l'astensione. D'altra parte, le lotte sono riprese dal 2014, in maniera spesso invisibile, in settori inaspettati: categorie , dove la precarietà è la regola, dove ci sono piccole unità produttive. I migliori esempi sono i settori alberghiero, netturbini, la ristorazione... Altrettanti settori non tradizionalmente espressione del movimento sindacale hanno portato avanti un certo numero di lotte, nel corso delle quali sono emersi dei quadri sindacali non cresciuti nel girone dei partiti riformisti, ma che, comunque, hanno acquisito la coscienza della necessità di organizzarsi in maniera collettiva. L'emergere di tali quadri sindacali entra in conflitto con la politica tradizionale dei burocrati della CGT: fare una giornata di grande sciopero per mettere pressione, e negoziare quello che si può. Da qui la molitiplicazione dei conflitti fra questa base della CGT, e la direzione, contrapposizione che ha condotto alla crisi Lepaon e a tutta la contestazione da lì poi nata.

Ripensare a tutto questo permette di tentare di caratterizzare questa avanguardia larga. Da una parte ritroviamo, come tradizionalmente nei movimenti che si sviluppano fra i giovani, giovani che si sono mobilitati nelle AG, nei comitati di mobilitazione. Si tratta di soggetti- spesso politicizzati e/ o influenzati dall'area dell'autonomia, senza peraltro essere settari- che vediamo in parte alla guida delle commissioni < convergenza delle lutte> o < sciopero generale> di , ma non solo: è ugualmente presente un certo numero di giovani precari, di lavoratori isolati che, nell'incapacità di organizzarsi realmente sui luoghi di lavoro, hanno tentato di rapportarsi verso il resto del mondo del lavoro attraverso queste commissioni. Ci sono poi scioperanti dell'Educazione nazionale, che hanno scelto di lottare, di coordinarsi malgrado l'assenza di mobilitazione generale nel loro settore. Ma nel contesto, il fenomeno inedito per i rivoluzionari è l'evoluzione nella CGT. L'esempio più impressionante è quello di Goodyear e di Info- Com CGT, che sono arrivati a contrapporsi frontalmente alla confederazione. Questi stessi sindacati, alla fine del conflitto, verseranno ingenti somme delle loro casse di sciopero a delle strutture sindacali ben al di là della loro abituale linea( ad esempio SUD Poste 92- Solidaire): rimarcare questo aspetto è importante, poichè mostra una reale evoluzione di militanti pronti ad uscire dal quadro della CGT abituale per condurre delle azioni di fronte unico, oltre a quelle contro la politica degli apparati sindacali. Infatti, nonostrante all'interno di queste frange non vi sia avanzamento di coscienza omogeneo, tutte condividono comunque il sentimento che si debba fermare la politica di collaborazione di classe e mettere in atto un < tutti insieme> che rimetta in causa radicalmente questa società. Infine sono i ferrovieri che, spesso, ma non sempre, sotto la spinta di militanti di estrema sinistra, si sono autorganizzati, in particolare nelle stazioni parigine o al deposito di Sotteville-lès- Rouen.

Questa è frammentata. Non ha coscienza di esistere collettivamente. Queste differenti punte di avanzamento di coscienza della classe si ignorano spesso nella maggior parte dei casi. Ma tutte ricercano, di proposito, coscientemente, il modo di finirla con l'oppressione padronale. È compito dei rivoluzionari tentare di centralizzare questa avanguardia, fare convergere questi differenti settori per costituire un principio di direzione alternativa al movimento operaio tradizionale.

L'estrema sinistra nel movimento

Sfortunatamente, nella sua grande maggioranza, l'estrema sinistra non ha proposto una politica all'altezza. Dal lato di Lutte ouvrière, si è generalmente restati nella routine abituale. Anzi gli interventi di Jean- Pierre Mercier in televisione, enfatizzano la forza dei lavoratori, si felicitano del successo delle manifestazioni, ma in nessun momento formulano una politica che si rivolga all'insieme della classe e che l'aiuti a in prospettiva. Il dibattito LO- NPA alla festa di LO di questa anno- 2016, a la vigilia della settimana del 17 maggio ad alto rischio per il governo, è particolarmente illuminante. I responsabili di LO hanno avanzato un'analisi molto ferma, spesso settaria, su , senza vedere le contraddizioni che esistevano all'interno di questo movimento, senza comprendere che dei lavoratori e dei giovani si sono serviti di questo mezzo per costruire la loro lotta. Questa analisi falsa e settaria ha rappresentato il pretesto per rifiutare ogni iniziativa comune con i militanti dell'NPA, con la scusa che LO rifiutava di mettere la classe operaria sotto la direzione di < Nuit debout>.

Dall'altro lato, la maggioranza dell'NPA si è trovata in balia degli eventi. Qualche giorno prima del 9 marzo, dei responsabili spiegavano che il vecchio movimento operaio era morto, che si era ormai alla costruzione di movimenti cittadini( utilizzando come argomento il successo della petizione contro la Loi Travail...), che lo sciopero generale era distante anni luce dalle preoccupazioni dei lavoratori. Il successo del 9 marzo, oltre alla reazione dell'apparato/ direzione della CGT che lanciava l'appello al 31 marzo, hanno polverizzato questa argomentazione. L'apparizione di è allora stato il loro cavallo di battaglia... ma, ancora, senza comprenderne il significato. Avendo elaborato il concetto di , rappresentazione di cui l'emblema è Podemos in Spagna, questi militanti hanno osservato che il Front de gauche( guidato da Melanchon), i cui deputati hanno votato lo stato d'emergenza, è completamente diviso e, quindi, che non poteva essere questa la < nuova rappresentazione> cui miravano. Questi ultimi, allora, hanno allora spiegato che tale avrebbe dovuto emergere dal movimento sociale. Solo così è diventata per loro, successivamente, come il graal: tale rappresentazione politica sembrava realmente emergere, proprio come Podemos.
In realtà, i militanti in questione sono corsi dietro un fantasma. Questo schema non corrisponde alla situazione politica francese, dove le direzioni riformiste tradizionali continuano ad avere un peso essenziale, dove inoltre i partiti politici riformisti non sono nemmeno riusciti a catalizzare la delusione delle masse nei confronti del PS.

Nonostante ciò, lì dove i rivoluzionari sono intervenuti tentando di prendere delle iniziative, hanno riportato del successo. A Parigi, le commissioni , , e le varie commissioni di settori di lotta, sono state promotrici della creazione di un'AG Assemblea Generale , portando avanti un primo tentativo di raggruppamento dei diversi elementi parte dell'avanguardia larga creatasi.
AG che, malgrado i suoi limiti, ha potuto trainare fino a 600 persone, è riuscita a convocare spezzoni intercategoriale a capo di cortei, ha incitato a rifiutare collettivamente i controlli della polizia... C'è ancora tanto da fare in vista di un'effettiva riunione di questa avanguardia larga, ma i successi riportati dai rivoluzionari là dove sono stati a capo delle iniziative, dimostrano che il contesto attuale è ricco di potenzialità.

Il periodo resta ricco di potenzialità

L'adozione e il voto della legge hanno rappresentato un colpo per il movimento e per la classe operaia.

L'estate - con i nuovi massacri di Daesh e l'esplosione della faccenda burkini - ha rinforzato il clima razzista e reazionario. Questo clima globale si riflette sulle lotte. I fenomeni di divisione sono reali, e non si tratta di negare la tendenza generale. Nonostante ciò, a dispetto della spirale razzista e nazionalista dei politici di qualsiasi orientamento, la parentesi aperta dal movimento contro la Loi Travail è lontana dall'essere chiusa. Dalla ripresa, sono ricominciati degli scioperi nelle fabbriche, nelle scuole... La manifestazione del 15 settembre, convocata prima delle vacanze dall'intersindacale, è stata un discreto successo (40.000 persone a Parigi). È la prima volta che un movimento riesce a sopravvivere, anche se con una portata più ridotta, all'estate. Per molti militanti, non è tempo della rassegnazione.

In questo contesto, i rivoluzionari devono essere in grado di condurre fino alla fine l'esperienza con le frange più determinate del movimento. Malgrado la decisione dell'intersindacale di non convocare più nuove manifestazioni contro la Loi Travail, una frangia importante di militanti, tale avanguardia larga, ha voglia di continuare la battaglia.



[È in particolare il caso di Goodyear, il cui processo avrà luogo il 19/20 ottobre(rinvio a 11 gennaio). I lavoratori Goodyear lanciano un appello a fare di questa giornata una vasta giornata di sciopero interprofessionale, con concetramento nazionale ad Amiens, mettendo al centro delle rivendicazioni il rilascio per i militanti perseguiti ma soprattutto l'abrogazione della loi Travail. Si tratta di un appello nazionale che riveste dunque un carattere atto a permettergli di poter divenire la nuova giornata capace di centralizzare la battaglia contro il governo e la sua politica. Ovvero ciò che costituisce l'obiettivo centrale delle prossime settimane. ]

Note:
1 - Accordo nazionale interprofessionale, anticamera della Loi Travail, che per prima introduce le materie dei decreti che a partire dal 1 gennaio 2017 sono in vigore, come quello relativo alla libertà di licenziamento per i datori per motivi economici, l'introduzione di contratti iperflessibli a zero tutele, aumento sgravi fiscali per datori, limitazione dei diritti sindacali, prevalenza degli accordi aziendali sui categoriali etc.
2 - 2013 Riforma dell'Educazione nazionale Peillon dei ritmi, orari scolastici nelle scuole materne e primarie, comportante aumento di orario di lavoro per il personale e insegnanti a parità di salario e a scapito della formazione, privatizzazione delle attività extra scolastiche con oneri per i comuni, implicando quindi un discrimine nell'educazione degli allievi, a seconda della ricchezza dei territori e delle famiglie, riducendo i diritti sindacali, la possibilità di scioperare attraverso la clausola del servizio minimo. Novembre 2013 proclamati scioperi intersindacali con alti tassi di adesione fra personale e insegnanti.
3 - Riforma dell'attuale ministro dell'Educazione Vallaud-Belkacem, presentata nel 2015 con l'obiettivo di cambiare radicalmente l'offerta formativa della scuola pubblica, introducendo nuove discipline, sottraendo quindi fondi all'insegnamenti fondamentali, allargando quindi il discrimine fra scuole d'élite e istituti delle banlieue, la riforma ha aperto la strada alle politiche discriminatorie e classiste portate avanti dal governo Hollande, che ha terminato il suo mandato con una proposta di legge che mira ad escludere i licei dal programma nazionale di supporto finanziario alle scuole di periferia ZEP (zone éducation prioritaire).
4 - Alle richieste di aprire tavoli di concertazione chiamati a gran voce da un largo arco sindacale, tra cui spicca SUD Rail- Solidaire, la SNCF ha risposto rifiutando qualsiasi tipo di dialogo con le dette parti sociali. Da qui si è avuta una stagione di duri scioperi, soprattutto a seguito dell'approvazione avutasi nel 2014. Soppressione di posti stimati entro 9 000 à 10 000 a tempo pieno sui 149 000 posti all'interno della compagnia.
5 - Riforma relativa alla privatizzazione del sistema ferroviario 2013, che prevede in sintesi un passaggio di gestione dallo Stato a privati, con riduzione del proprietario pubblico a semplice azionario di minoranza. La SNCF abbandona il settore pubblico, sopprimendo gran parte delle linee, abusando del utilizzo di manodopera precaria, stravolgendo il sistema dei trasferimenti e scatti di anzianità.
6 - Loi Macron ''liberalizzazione della crescita e dell'attività economica'', in materia di lavoro e investimenti privati nel settore pubblico; approvata nel 2015 con fiducia al governo. Maggiore flessibilità e precarietà dei lavoratori accompagnata da benefici in materia fiscale per i datori.
7 - Funzionario parte dell'ala maggioritaria della CGT al centro di uno scandalo per questioni di bilanci e appropriazione indebita di soldi del sindacato.
8 - Portavoce della Conféderation Général du Travail, CGT; legato al PCF, partito comunista francese.
9 - 2015 ottobre Aereoporto di CDG Parigi: nel corso di una vertenza dei lavoratori Air France contro l'annuncio della direzione di una ristrutturazione aziendale che avrebbe comportato la soppressione di 2900 posti, tra 2000 manifestanti, un centinaio sfonda la recinzione ed entra aggredendo due direttori di Air France. Il direttore delle risorse umane tenta di scalvacare la recinzione per scappare, mentre la camicia gli viene strappata di dosso.
10 - Trad. Carcere, reclusione.
11 - Corrispondente dello strumento italiano della ''fiducia''
12 - Trad. Ingabbiare; il percorso dei cortei viene delimitato materialmente. Raggiungere il concentramento diventa estremamente difficile, in quanto, anche interi spezzoni, vengono sottoposti a perquisizioni e controlli più o meno violenti; al termine della manifestazione, all'arrivo i manifestanti sono fisicamente trattenuti, in quanto tutte le uscite sono chiuse, e per disperdersi è necessario attendere il permesso delle forze dell'ordine presenti, previa ulteriore perquisizione.

Traduzione a cura di Marta Positò, da Parigi

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