Dalle sezioni del PCL

Antifascisti molisani assolti. Il "reato"? Aver cantato "Bella ciao"!

18 Ottobre 2016

Nell’ottobre 2011 gli antifascisti molisani, tra cui anche il PCL Molise, altro non fecero che intonare IL CANTO DELLA RESISTENZA “BELLA CIAO”, in Via XXIV Maggio di Isernia; un atto estemporaneo peraltro anche autorizzato dal massimo responsabile della sicurezza ivi presente (sebbene di tale autorizzazione non ve ne era bisogno).
Sicché la dirigente della DIGOS Zoccolillo, il PM Scioli e il Gip Messa, ne fecero nascere un grottesco processo, che ha impegnato le aule del Tribunale di Isernia per 5 anni, con dispendio di mezzi, DVD e quant’altro.
Un atto repressivo contro il dissenso antifascista ed anticapitalista locale mentre, ai nazifascisti si concedeva una sala istituzionale di proprietà della “repubblica antifascista”. Mentre con epicentro a Isernia, i comitati esecutivi della borghesia locale e dei loro governanti sempre appoggiati dai fascisti, indisturbati consumano tangenti, appalti truccati, saccheggio ambientale e di denaro pubblico, rapporti con la camorra e traffico illecito di denaro e rifiuti. E ci temano lor signori, perché abbiamo gli elementi per dimostralo, “scoperchieremo il pentolone” prima o poi.
Ma per sfortuna dei nostri venerandi censori Scioli e Messa, anche nel terno a lotto della giustizia borghese a volte escono cose giuste, magari come eccezione che confermano la regola dell’ingiustizia: così la encomiabile e professionale Sentenza, emessa dal Giudice del Tribunale Penale di Isernia dott.sa Iaselli, nell’udienza di oggi 18 ottobre 2016, fa giustizia di questa aberrazione giudiziaria ed assolve i sette antifascisti molisani con formula piena ex art.530 comma 1, perché il fatto non costituisce reato.
Una importante vittoria non solo giudiziaria, ma anche politica e culturale dell’antifascismo molisano, a cui il PCL ha doverosamente contribuito, fornendo il proprio supporto non solo politico ma anche tecnico-giuridico; nondimeno la vicenda ci dimostra come il tradimento della Resistenza sia rimasto nelle vene del potere borghese, ripetendo “nel piccolo” il paradigma del ’46, cioè della condanna ed emarginazione dei partigiani e dell’impunità dei fascisti, che sin dalla sciagurata amnistia di Togliatti è rimasta un caposaldo degli apparati repressivi dello stato capitalista.
Ma per noi del PCL Molise non finisce qui: nell’ambito della lotta politica e sociale che stiamo conducendo contro questi apparati repressivi dello stato borghese a livello locale, si inserisce anche la necessaria difesa tecnica: il PM Scioli e il GIP Messa di Isernia saranno da noi deferiti alla Procura di Bari ed al CSM con argomentato esposto per tale gravissima vicenda (per altre gravissime analoghe è stato già inoltrato da noi e da altri); in merito vi riferiremo più in dettaglio in un prossimo comunicato.
Ma a prescindere di tali difese legali della legittima libertà di espressione dall’abuso giudiziario repressivo, rimane per noi precipuo il terreno della lotta politica e sociale anticapitalista contro le ingiustizie, contro il fascismo e il razzismo, per la difesa degli spazi democratici, per la società socialista di liberi ed eguali.

Partito Comunista dei Lavoratori - Molise

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