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Stoltenberg capo di guerra, Gentiloni ministro vile

Il governo invia soldati in Lettonia

18 Ottobre 2016
stoltenberg

Stoltenberg, segretario generale della NATO, a Roma è venuto a dare la linea e ad annunciare l’invio di soldati dell’Esercito Italiano nei Paesi baltici ai confini con la Federazione Russa.
Nella conferenza stampa il segretario generale ha fatto il punto sul dispiegamento militare NATO dal Baltico all’Europa centro-orientale: «Abbiamo triplicato la dimensione della forza di risposta rapida, con otto quartieri generali nell’Europa centro-orientale. Ci sono i quattro battaglioni nelle repubbliche baltiche. Sono difensivi e proporzionati. Però dicono che la NATO c’è e che la risposta, certo limitata rispetto alle divisioni russe, è multinazionale».

Il governo di Renzi è stato colto di sorpresa, e per bocca del ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, ha cercato di banalizzare la questione: “un’iniziativa già prevista dal vertice NATO di Varsavia del luglio scorso”.

Il vertice di Varsavia ha posto l’ultimatum: «Le azioni e le politiche destabilizzanti della Russia includono: l’illegale e illegittima annessione senza interruzione della Crimea, che non riconosciamo e non riconosceremo, sulla quale ci appelliamo alla Russia affinché faccia marcia indietro; la violazione dei confini sovrani attraverso la forza; la deliberata destabilizzazione dell’Ucraina dell’Est; le esercitazioni militari su larga scala contrarie allo spirito del Documento di Vienna e le azioni militari provocatorie nelle vicinanze dei confini della NATO, tra cui quelle nelle regioni del Mar Baltico e del Mar Nero e nel Mediterraneo Orientale; la sua retorica nucleare, la sua concezione militare e il suo atteggiamento di base aggressivi e irresponsabili; le sue continue violazioni dello spazio aereo dei paesi Alleati. Inoltre, l’intervento militare, la presenza militare consistente, il supporto al regime siriano da parte della Russia, e il suo utilizzo di forze militari nel Mar Nero, mirati ad estendere il suo potere nell’est del Mediterraneo, hanno posto ulteriori rischi e sfide per la sicurezza degli Alleati e delle altre parti. La NATO ha reagito a questa contesto modificato nel campo della sicurezza rinforzando le sue strutture di deterrenza e di difesa, compreso lo stanziamento di forze nell’area orientale dell’Alleanza e la sospensione di ogni cooperazione civile e militare funzionale tra NATO e Russia, rimanendo pur sempre aperta al dialogo politico con la Russia. Riconfermiamo queste decisioni” (comunicato NATO).

Qualche mese prima del vertice di Varsavia, la NATO lanciò in Polonia l’operazione Anaconda: 31.000 soldati, 3000 veicoli, 105 aerei e 12 navi da guerra. I contingenti maggiori sono USA (14.000), Polonia (12.000) e Inghilterra (800). L’annuncio di Stoltenberg è stato preceduto dalla conferenza stampa del capo di stato maggiore dell’esercito USA (4 ottobre), in cui ha avvertito che il prossimo grande conflitto sarebbe «altamente letale, diverso da tutto ciò che l’esercito USA ha sperimentato almeno dalla seconda guerra mondiale», e i combattimenti avverranno in «aree urbane densamente popolate.»
Nell’Ucraina orientale si combatte, già dalla metà del 2014, i prossimi fronti militari saranno il Baltico e la Georgia.

Le masse in Europa non vogliono la guerra. La quasi totalità delle forze antiguerra che si mobilitarono nel 2003 contro l’aggressione imperialista in Iraq sono passive, avvelenate dall’imperialismo democratico del premio Nobel della pace Obama, che in otto anni di presidenza non ha fatto che guerre d’aggressione iniziate da Bush figlio, aggiungendovi di suo il colpo di stato nazionalista di Kiev; un progressivo e massiccio dispiegamento offensivo di truppe e di mezzi ai confini della Russia; l’appoggio incondizionato a Lettonia, Lituania ed Estonia; l’aggressione alla Libia e la guerra in Siria, in cui è possibile ogni momento uno scontro tra soldati russi e americani.
Solo la lotta della classe operaia e delle masse, dall’Atlantico alla Siberia, può fermare la guerra. In Europa e nella Federazione Russa i comunisti lavoreranno per rovesciare i governi che vogliono la guerra.
Dobbiamo far consapevoli le masse che dovranno affrontare la borghesia e i suoi apparati polizieschi militari in condizioni molto differenti da quanto è stato dal secondo dopoguerra, ma per questo ci siamo preparati.

Partito Comunista dei Lavoratori

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