Interventi

La paura della rivoluzione

29 Settembre 2016
A Giant Problem

Dal 2008 gli analisti borghesi più acuti concentrano la loro attenzione sul nesso crisi economica mondiale-rivoluzione sociale. Il 2016 conferma che gli analisti borghesi non sbagliano nella loro ricerca, citiamo due casi di valore internazionali: il movimento degli scioperi in Francia contro la legge el Khomri e lo sciopero generale del 2 settembre in India, 150 milioni di lavoratori in lotta per aumenti salariali e contro la politica di privatizzazione del governo.
Il 16 settembre l’Economist ha pubblicato un rapporto speciale “The Superstar Company” introdotto da un editoriale dal titolo “A giant problem” . Qual è il problema giagantesco? Nell’editoriale si manifesta una grande preoccupazione per i processi di concentrazione industriale e di centralizzazione finanziaria negli ultimi vent’anni: “Il numero annuo di fusioni e acquisizioni è più del doppio di quanto erano nel 1990. Ma la concentrazione nel suo punto più preoccupante è in America. La quota del Pil generato dalle 100 maggiori società americane è aumentato dal 33% nel 1994 al 46% nel 2013. Le cinque maggiori banche rappresentano il 45% dei patrimoni bancari, contro il 25% del 2000”. Per l’autore dell’editoriale ci sono “somiglianze preoccupanti” col periodo storico che va dal “1860 al 1917” in cui “l’economia globale è stata rimodellata dall’ascesa delle nuove industrie giganti (acciaio e petrolio)e dalle nuove rivoluzionarie tecnologie(energia elettrica e motori a combustione)…..La reazione che ne è seguita ha contribuito a distruggere l’ordine liberale in gran parte dell’Europa”. Il periodo menzionato nell’editoriale è quello che precede la rivoluzione russa. Nel 1916 Lenin scrisse il suo libro sull’Imperialismo e il lungo articolo intitolato “Il programma militare della rivoluzione proletaria”. La differenza fra i rivoluzionari e gli intellettuali borghesi più acuti è la seguente: i primi studiano il nesso tra crisi catastrofiche e rivoluzione per educare il proletariato a fare il salto dagli scioperi all’insurrezione e, nell’eventualità di una guerra civile, a saperla vincere; l’intellettuale borghese studia quel nesso per soffocare la rivoluzione sul nascere con tutti i mezzi possibili a disposizione.

Partito Comunista dei Lavoratori - Sezione di Sassari

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