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L'FBI contro Bernie Sanders

L'esito delle primarie democratiche e l'ascesa dei movimenti

25 Luglio 2016
HilClin


Questo articolo è stato pubblicato in origine su RedMed.org, in inglese, il 7 luglio. È stato ora tradotto in italiano. Pubblicando tale traduzione, approfittiamo dell'occasione per segnalare che, dopo lo scandalo creato dall'FBI, una nuova ignominia della stessa serie è stata resa pubblica. Si è scoperta, tramite e-mail trapelate, che la presidente del Comitato Nazionale Democratico, cioè il corpo dirigente del partito, così come altri dello stesso organo, si sono apertamente schierati per Hillary Clinton durante le primarie. Ancora una volta, un organo che, secondo qualsiasi rispettabile concetto di democrazia, dovrebbe essersi mantenuto strettamente imparziale di fronte ai due candidati, si è mobilitato contro la minaccia posta da Bernie Sanders. Tale minaccia, come affermato chiaramente nell'articolo che segue, è in realtà la minaccia posta dalla classe lavoratrice e dalla gioventù, dalla campagna Black Lives Matter e dagli ecologisti, tutti raccolti attorno a Sanders, piuttosto che il candidato in sé.

Mentre il Partito Democratico sta approntando la sua convention, gli elettori di Sanders dovrebbero dirgli a gran voce: “abbandona il Partito Democratico al suo torbido destino! Per una candidatura indipendente di Bernie Sanders!”. Sanders ora ha un motivo del tutto convincente per disertare la convention e lavorare per la formazione di un suo proprio movimento, e per lanciare la propria candidatura. Le primarie democratiche non sono legittime. I milioni di attivisti che hanno appoggiato Sanders sono stati privati della loro possibile vittoria da manovre e intrallazzi. L'analisi riportata e la direzione politica proposta nel nostro articolo sono ancor più valide di prima.

E se Sanders insiste ancora nell'appoggiare Clinton sulla base, per nulla convincente, che il programma elettorale del Partito Democratico è diventato il più progressista di tutta la storia del partito, significa che non ha ancora imparato che per i partiti borghesi le piattaforme elettorali sono scritte semplicemente per essere messe da parte una volta vinte le elezioni (ricordate lo “Yes, we can!” dello sponsor di Clinton, Barack Obama), oppure sta coscientemente mentendo, sta ingannando i suoi sostenitori! In tal caso, sarà gettato nella pattumiera della storia, come ogni altro demagogo della sinistra.

S.S.




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Con un grottesco atto teatrale, il 5 luglio, il direttore dell'FBI James Comey ha provato ad assolvere Hillary Clinton dalle accuse riguardanti il suo uso di un server privato di posta elettronica, durante il suo mandato di Segretario di Stato (2009-2013), per l'invio di informazioni riservate. Durante la conferenza stampa di Comey, i risultati dell'investigazione dell'FBI, durata un anno, sono stati sintetizzati in due osservazioni diverse e incontrovertibilmente contraddittorie. La prima valutazione è schiacciante: Hillary Clinton e i suoi assistenti furono «estremamente imprudenti» per aver utilizzato dispositivi privati nel comunicare informazioni su temi di sicurezza altamente sensibili. Considerato che l'intera inchiesta è scaturita dall'assassinio nel consolato di Bengasi dell'ambasciatore USA in Libia, avvenuto l'11 e 12 settembre 2012 (anniversario dell'11 settembre 2001!), questa condotta «estremamente imprudente» potrebbe probabilmente essere stata alla base di questo assassinio.

Stabilito questo, il direttore dell'FBI ha proseguito dicendo che sulla questione «se H. Clinton e i suoi assistenti abbiano gestito male informazioni riservate intenzionalmente o in maniera palesemente negligente», il giudizio dell'FBI era che «nessun ragionevole magistrato potrebbe intentare causa». Pertanto, la raccomandazione dell'FBI è stata quella di lasciar liberi i colpevoli!
Non è necessario essere un dotto giurista per rendersi conto della stridente contraddizione logica fra il dire che qualcuno è «estremamente imprudente» e dire che non ha commesso una «palese negligenza»! Ciò che è ancora più sorprendente è che il direttore dell'FBI si metta nei panni di un procuratore e provi a stroncare il processo dicendo che «nessun RAGIONEVOLE magistrato» potrebbe portare il caso in tribunale, intendendo così che qualsiasi magistrato osasse una tale lesa maestà, sarebbe considerato «irragionevole», e perciò sospetto di avere pregiudizi nei confronti di Hillary Clinton.

La verità è esattamente l'opposto. Sulla base della stessa testimonianza del direttore dell'FBI, Hillary Clinton è chiaramente colpevole di «palese negligenza». Non solo. Tutti sanno che Hillary Clinton ha mentito all'opinione pubblica americana per sedici mesi, negando di aver usato server privati per e-mail riservate e cancellando e-mail in seguito estratte da server di altre persone. Insomma: cercando di nascondere fino all'ultimo la sua «palese negligenza». Chi conosce le abitudini politiche statunitensi sa che mentire all'opinione pubblica è una grave infrazione della cultura legale USA. Proprio il marito di Hillary Clinton, l'ex presidente Bill Clinton, finì nei guai precisamente per questo motivo, con il caso Lewinsky e il tentativo di impeachment (infine fallito) basato sul fatto di aver nascosto la verità. Ora, qualsiasi cosa si possa pensare della relativa importanza di questioni di "rettitudine" sessuale nella vita pubblica, nessuno può negare che l'accusa contro Hillary Clinton è molto più rilevante per ciò che riguarda l'assolvimento della funzione della più alta carica pubblica di quel paese. Ma, salvo diversa decisione da parte del Dipartimento di Giustizia, che ha l'ultima parola per decidere sull'eventualità di un'incriminazione, sembra proprio che a Hillary Clinton sarà permesso farla franca.

Ciò che ha reso la situazione ancora più grottesca è il fatto che mentre il capo dell'FBI stava tenendo la conferenza stampa, Barack Obama stava viaggiando assieme a Hillary Clinton verso la Carolina del Nord per scendere in campo al suo fianco, per la prima volta, a sostegno della sua campagna presidenziale. La situazione era così imbarazzante che il Portavoce della Casa Bianca Josh Earnest si è sentito obbligato a dichiarare: «Sono sicuro del fatto che il Presidente e Hilary Clinton non stiano discutendo sull'inchiesta, già conclusa, dell'FBI» mentre sono sull'Air Force One! Come se non bastasse, parlando di Hillary Clinton, Obama ha affermato: «Non c'è mai stato nessun uomo o nessuna donna più qualificato di Hillary Clinton per ricoprire la carica di presidente.» Di nuovo, non c'è bisogno di essere un linguista per desumerne che Hillary Clinton è più adatta per la carica di presidente... di qualsiasi altro presidente ci sia stato finora, incluse figure come George Washington e Franklin D. Roosevelt. Nell'arrivare ad affermare così spudoratamente il falso, l'esagerazione impedisce che la verità mostri la sua brutta faccia. Questo è il caso di Obama, generalmente accreditato come un buon oratore. Qualcuno che non mostra nemmeno le responsabilità elementari legate al suo ruolo o la decenza di ammettere i suoi sbagli sarebbe la più "qualificata" per il più potente incarico politico del mondo? Alla faccia dei fan di sinistra di Obama. "Yes, we can lie [mentire]" sarebbe stato uno slogan migliore, per l'eredità obamiana!



ESCLUDERE SANDERS

L'intera storia è così ridicola che ha il merito di rendere tutto immediatamente trasparente. Si tratta di un'operazione per sbarrare la strada di Bernie Sanders alla candidatura alla presidenza per il Partito Democratico. Sanders, con la sua retorica del "socialismo" e i suoi discorsi sulla "rivoluzione politica", risulta inaccettabile per il partito di Wall Street e delle multinazionali. Se Hillary Clinton venisse incriminata, sarebbe una pazzia per i democratici eleggerla loro candidato, alla convention (ritorneremo sulla questione se sarebbe folle anche nel caso non fosse al momento incriminata). Significherebbe lasciare la candidatura a Bernie Sanders. Tecnicamente parlando, una terza designazione sarebbe stata sicuramente possibile. Ma si sarebbe trattato del colpo più pesante inferto all'immagine, zelantemente propagata dai governanti capitalisti degli Stati Uniti, del sistema elettorale in quanto tale (non solo del Partito Democratico), dell'intero sistema bipartitico. L'assoluzione di Hillary Clinton, quindi, è semplicemente una manovra per impedire a Sanders di diventare il candidato ufficiale dei democratici. Non che una presidenza Sanders, nel caso dovesse vincere contro Donald Trump, sarebbe una "rivoluzione politica", in nessun senso del termine. No: ogni tentativo di cambiare gli USA dall'interno del sistema bipartitico è destinato a fallire miseramente. Perfino il Partito Laburista in Gran Bretagna, che dopo tutto è ancora un partito almeno parzialmente radicato nella classe operaia, con legami organici con i sindacati - al contrario del Partito Democratico negli USA, partito completamente borghese sin dalle sue origini tanto quanto lo è oggi - non è stato in grado di digerire un leader riformista di sinistra quale è Corbyn. Sanders sarebbe stato addomesticato o… messo sotto impeachment per aver mentito alla cittadinanza, quali che fossero le false motivazioni con cui lo accuserebbero!

Dunque, l'establishment USA non ha paura di Bernie Sanders in sé. Ciò che li preoccupa sono i milioni, le decine di milioni di persone che hanno votato per lui, galvanizzandosi durante l'impresa. E, nonostante la preponderanza della gioventù nella sua campagna presidenziale, che costituisce sempre una marcia in più per il movimento - dato che nessun movimento di sinistra può sperare di divenire un vero movimento di massa senza un considerevole supporto della gioventù - ciò che disturba di più la classe capitalista statunitense è che la classe lavoratrice, in particolare il suo nucleo centrale nei lavoratori industriali, ha mostrato grande interesse per le politiche di Sanders. Come pure, in misura minore, la minoranza afro-americana: non tanto le comunità degli Stati del Sud, quanto quelli che sono stati politicizzati ultimamente con il movimento Black Lives Matter, hanno mostrato grande interesse verso Sanders. È la combinazione di questi e altri settori dell'elettorato, degli ecologisti, delle donne in lotta etc. che spaventa la classe capitalista USA. È a questa coalizione di forze che vogliono sbarrare la strada.

Una conseguenza forse non voluta di questo movimento potrebbe essere una vittoria più agevole per Trump. Preparatevi a sentire l'epiteto “Hillary corrotta” fino a novembre! Quelli che hanno ragionato in termini del più “moderato” dei due candidati democratici come migliore sfidante di Trump, ragionano in un modo fortemente non dialettico. Lo spettro politico non si estende sempre lungo una linea diritta. Le grandi masse della classe lavoratrice, sentendosi minacciate dalla marcia apparentemente irresistibile del neoliberismo, sono molto esitanti tra i poli dello sciovinismo reazionario di destra e una politica progressista dalla parte dei lavoratori alleata agli altri settori della società. Sanders potrebbe infatti essere anche in una posizione migliore per battere Trump, precisamente per questa ragione (e almeno fino agli ultimi tempi, era proprio ciò che dicevano i sondaggi). Dunque, nel sospingere la Clinton alla presidenza, la dirigenza dei Democratici potrebbe verosimilmente trovarsi sotto il governo abominevole di Donald Trump.

Tanto meglio per noi! Tutti quelli che hanno fatto oggettivamente gli interessi della classe lavoratrice e degli oppressi, promettendo di essere loro alleati, dovrebbero lavorare per convincere la massa legata a Sanders ad abbandonare il terreno arido dell'arciborghese Partito Democratico e a correre come terzo candidato indipendente. Sanders stesso è parso tergiversare recentemente, ipotizzando persino di lavorare insieme a Hillary Clinton. Lavorare insieme a Hillary Clinton con quale scopo? Sanders non è stato abbastanza chiaro nell'affermare che è lei la candidata delle banche di Wall Street e delle multinazionali, in una parola, dell'imperialismo USA? Ora è pronto anche lui a servire quegli interessi? Sanders potrebbe certamente attuare una tattica molto sottile, sperando di mettere al muro i pezzi grossi del Partito Democratico prima di fare la sua mossa. Se egli sogna che la Clinton si possa infilare in un caos giuridico, offrendogli così una facile vittoria, dovrebbe smettere subito di sognare.

Non permettiamo che si dica che un terzo candidato aprirebbe la strada a una vittoria di Donald Trump. L'unità coi padroni capitalisti, paladini del neoliberismo, ha prodotto ovunque, prima di tutto in Europa, una svolta crescente delle masse, confuse, verso il fascismo e il razzismo. Trump è solo un caso particolare di questa tendenza; un cane sciolto senza dubbio, ma che si sente del tutto a suo agio con la linea propria dell'UKIP in Gran Bretagna o del Front National in Francia. Soltanto formando un movimento attorno alla classe lavoratrice si può combattere il fascismo, non disarmandolo nel nome di una vuota “unità” con capitalisti presunti progressisti, che probabilmente si appoggeranno ai fascisti nell'ora della verità. Insomma: elezione o non elezione, è il movimento la chiave.

Per noi marxisti rivoluzionari, il movimento potrebbe non risultare abbastanza radicale. Gli elementi più moderati possono dominare saldamente la scena ancora per un certo periodo di tempo. Ma il fatto che non possiamo ignorare è che c'è un risveglio della coscienza sociale e della protesta in America, che è stato momentaneamente incanalato nella campagna Sanders. Dovremo avvicinare i lavoratori e la gioventù, i militanti afroamericani di Black Lives Matter e i difensori dell'ambiente, lì dove essi lottano, per convincerli che l'unica soluzione realistica è un'unione intorno al cuore della classe operaia e per il suo potere, con ogni mezzo necessario. Se si materializzasse una candidatura indipendente di Sanders, il movimento da lì nato dovrebbe essere messo a disposizione per costruire un partito dei lavoratori a lungo atteso, che lavorerà in quella direzione.
Non permettiamo che questo promettente movimento sociale negli USA marcisca politicamente.

Sungur Savran

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