Dalle sezioni del PCL

Costano poco i lavoratori da... spennare!

16 Giugno 2016
pollo

Tirocinanti o… polli? È una domanda legittima visto l’uso che hanno fatto molte aziende, tra cui la ditta Amadori, del progetto europeo sui tirocinanti nel 2015. A “Garanzia Giovani” si accede mediante i centri per l’impiego. Dal nome sembrerebbe una misura studiata per inserire giovani nel mondo del lavoro, in realtà è semplicemente l’ennesimo trasferimento di denaro pubblico nelle tasche di imprenditori privati, sulla pelle dei lavoratori.

La legge ha dato vita nel 2015 a 138.000 tirocini, con 1 miliardo e 750 milioni stanziati (1,5 miliardi di fondi europei e 250 milioni di fondi statali). I tirocinanti ricevono circa 450 euro al mese, corrisposti per il 70% dallo stato e per il 30% dal datore di lavoro.

Il costo pubblico di questa operazione è altissimo: di questi 138.000 tirocinanti solo 32.000 sono diventati contratti di lavoro a tutti gli effetti (anche se dopo il Jobs Act e l’abolizione dell’articolo 18 parlare di contratti di lavoro è quasi paradossale, date le tutele praticamente inesistenti). Ogni contratto di lavoro è costato alle tasche pubbliche 36.000 euro. Tre tirocinanti su 4 hanno quindi lavorato per sei mesi praticamente gratis, per poi tornare a ingrossare le fila dei disoccupati.

Per i pochi fortunati, alla stipula del contratto, il datore di lavoro riceve un bonus di assunzione di migliaia di euro, che con una circolare dell’INPS è arrivato a un massimo di 12.000 euro.

In sintesi il padrone paga 135 euro al mese per avere lavoratori a 40 ore settimanali, che lavoreranno come schiavi senza mai lamentarsi per avere quella vaga speranza di essere “assunti” a fine tirocinio. Dopo averli sfruttati, ne manda a casa i tre quarti. Il restante, magro, stipendio pesa sulle tasche dello stato, quindi di tutti gli altri lavoratori.

Inoltre il padrone si intasca un sostanzioso contributo pubblico di migliaia di euro se decide di tenersi il lavoratore. Praticamente un incentivo statale allo sfruttamento dei lavoratori.

All’Amadori sono stati impiegati 53 tirocinanti per 6 mesi a 40 ore settimanali, nei due stabilimenti di Cesena e Santa Sofia. A Cesena su 20 ne sono stati assunti 8.

Inutile dire che lavoravano forte, per essere assunti. Inutile dire che il famoso tutor che doveva insegnare ai giovani in alcune mansioni “produttive” era perfettamente inutile. Inutile dire che i giovani non imparano nessun mestiere se non quello di essere sfruttati.

Il tutto naturalmente è passato sotto il perfetto silenzio dei sindacati.

Il Partito Comunista dei Lavoratori si batterà sempre per la difesa di giovani, precari, sfruttati e disoccupati, denunciando come sempre le nefandezze dei burocrati sindacali che non si oppongono a questa schiavitù e ai vari governi (nazionali ed europei) che legittimano lo sfruttamento dei lavoratori.

Cellula operaia - PCL Romagna

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