Dalle sezioni del PCL

Il partito dell’ordine a Sassari non passerà. Chiediamo le dimissioni del Questore Errico

17 Gennaio 2016

Venerdì 15, a sera tarda, venivano notificate dal questore Errico al compagno Gianmarco Satta del Comitato Centrale e coordinatore della sezione provinciale di Sassari del Partito Comunista dei Lavoratori, le seguenti prescrizioni e diffide per il presidio contro la guerra d’aggressione al popolo libico ed al popolo arabo che doveva tenersi davanti alla sede sassarese del Partito Democratico, sabato 16 dalle ore 17 alle ore 20,30:
1) che l’iniziativa non dovesse più tenersi”nella zona inizialmente richiesta” e che si dovesse tenere “esclusivamente in piazza d’Italia”;
2) il contenuto e la modalità con cui esprimere il “dissenso” nei “materiali divulgativi”;
3) si diffidavano “il promotore ei partecipanti” a qualsiasi azione da quanto intimato altrimenti si sarebbe proceduto “ai sensi dell’art. 650 del c.p.”.
La motivazione degli ordini della questura è che sabato 16 si teneva il processo ai tre pakistani accusati di terrorismo e via Mazzini dove si tenere il presidio si trova nell’area posta in sicurezza.
Come si dice le cose non quadrano. La notifica alla questura è stata fatta mercoledì mattina entro i tempi stabiliti. Perché l’ordine della questura è stato impartito venerdì 15 e non prima dato che le “misure di sicurezza” per il processo ai presunti terroristi li dirige la questura?
È davvero difficile pensare che la Questura responsabile della sicurezza pubblica non sapesse in anticipo che l’udienza per il processo ai presunti terroristi si dovesse concludere già in mattinata. Per questo la diffida e l’articolo 650 c.p., due odiose eredità del vecchio codice Rocco fascista transitate tranquillamente nel nuovo ordinamento italiano, a conferma della continuità giuridica sostanziale dello stato borghese dall’epoca monarchico fascista a quella repubblicana democristiana e postdemocristiana, appaiono oltre che ingiustificate, visto il loro carattere intimidatorio anche un modo di limitare il nostro diritto a manifestare contro il partito di governo. Quando siamo arrivati in piazza d’Italia abbiamo visto che llungo via Roma, dove si trova il tribunale e la traversa di via Mazzini, le persone, automobili, biciclette, moto e carrozzini circolavano liberamente e non c’era alcun stato d’assedio. Dal coordinatore del Partito e dai rappresentanti del Fronte Indipendentista Unidu, che aveva aderito al presidio, è stato fatto notare ai responsabili della polizia, presente in forza, lo stato di cose presenti e la loro incongruenza con gli ordini della questura. Quando i fatti smentiscono le intenzioni e i fatti vengono negati allora c’è l’arbitrio. E noi all’arbitrio non ci pieghiamo e chiediamo le dimissioni del questore Errico. La questura di Sassari a dimostrato di servire non quello che astrattamente viene definito l’interesse pubblico alla sicurezza dei cittadini, ma l’interesse dell’attuale governo, cioè l’interesse privato dei banchieri e degli sfruttatori ( che il governo del PD e del presidente del consiglio, figlio di bancarottiere, Matteo Renzi e dei suoi ministri figli di bancarottieri servono) a perpetuare il loro sistema di dominio e di sfruttamento della maggioranza della società.

E adesso veniamo al PD sassarese fedele ascaro dei vertici centrali del PD, il perno del partito dell’ordine del grande capitale. Lo spettro di Cossiga sghignazza nel vedere che tutto l’apparato e le risorse dell’ex PCI sono nelle mani degli uomini e delle donne del democristiano fiorentino per distruggere il movimento operaio e liquidare la democrazia politica. Questo partito di faccendieri – la cui cultura politica è fatta delle banalità di base dell’oscurantismo democristiano e dalle fandonie del posmodernismo e del liberalismo esangue per ammantarsi di progressismo- è consapevole dell’odio che le masse popolari profonde nutrono nei suoi confronti. Gli ascari sassaresi di questo partito pensano che con la repressione poliziesca possano mettere la museruola all’opposizione comunista si sbagliano. Il PD, come Hollande in Francia e gli altri governi dell’UE, vuole restringere la libertà d’azione della classe lavoratrice.
Alla fine di dicembre la nostra sezione si è associata alla richiesta della libertà per “Sultan Wali Khan, Imitias Khan e Yhaha Khan, ritenuti alla testa di una presunta cellula olbiese di al-Qaeda” e ci appellammo “agli elementi autenticamente democratici della magistratura, gli stessi che perseguirono e indagarono lo stragismo neofascista e di Stato contro il movimento operaio italiano, a non prestarsi e smascherare la politica di repressione e intimidazione dell’imperialismo e il sovversivismo dei governi borghesi”. Il partito dell’ordine che vuole mettere la museruola al proletariato che rifiuta di farsi arruolare in quella che, con il pretesto di una guerra contro il terrorismo, è in realtà una guerra dichiarata dal capitalismo in putrefazione ai proletari e agli sfruttati di tutto il pianeta, non passerà e sarà sconfitto.
Non dimenticheremo tutti i tromboni intellettuali della pseudosinistra sassarese che stanno zitti di fronte all’offensiva reazionaria per non mettere a rischio le nicchie di sottogoverno in cui i loro padroni li hanno messi per i servigi resi.


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Il Fonte Indipendentisa Unidu, che ha partecipato al presidio, non appena è venuto a conoscenza della diffida, ha emesso questo comunicato su facebook:

Fronte Indipendentista Unidu

15 gennaio alle ore 22:40

La Questura di Sassari invece di recapitare agli organizzatori le normali prescrizioni previste per un ordinario sit-in lancia minacce indicando persino cosa scrivere e non scrivere sui volantini!
A pretesto di questo insopportabile clima intimidatorio viene preso il fatto che domani si svolgerà il processo ai presunti terroristi islamici al tribunale di Sassari. grazie a questa scusa viene praticamente paralizzata la città e si cerca di impedire ogni manifestazione di dissenso.
È ora di far capire a questa gente che hanno passato il segno e che la libertà e l’agibilità politica non è una gentile concessione della Questura ma un diritto fondamentale che abbiamo tutta l’intenzione di esercitare a prescindere.
Domani tutti in piazza d’Italia alle ore 17. Ci avvicineremo quanto possibile alla sede del PD che è di fatto il braccio armato della NATO e lo strumento più obbediente di cui l’Esercito Italiano dispone per perpetrare l’occupazione militare della nostra terra!
Domani ore 17, piazza d’italia e non invece in via Mazzini come era stato inizialmente diffuso!

Partito Comunista dei Lavoratori - Sezione di Sassari

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