Appuntamenti

Mercoledì, 17 Febbraio 2016 alle ore 9,30 - PIAZZALE TORINO PAVIA

SCONFIGGERE LE IMPOSTAZIONI BORGHESI

Nella società capitalistica di oggi l’oppressione nei confronti delle donne si esprime, come per il sessismo, in ogni aspetto della vita quotidiana.
L’oppressione delle donne come quella degli LGBT (Lesbiche-Gay-Bisessuali-Transgender) hanno una provenienza diversa, ma sono comunque legate entrambe al capitalismo. Questo da una parte permette alla donna, diventata ormai forza lavoro salariata, di essere consapevole delle sue possibilità e, quindi, di lottare per la sua liberazione, ma dall’altra parte, dipendendo dalla famiglia, esso dà alla donna un doppio carico di lavoro salariato e domestico.
Allo stesso modo, l’incombere del capitalismo industriale comporta sia la creazione di un’identità gay sia l’oppressione degli LGBT. Infatti, da una parte la diffusione del lavoro salariato ha permesso agli LGBT di collegarsi al di fuori dell’ambito familiare, ma dall’altra parte la dipendenza del capitalismo dalla famiglia come mezzo di riproduzione è stata alimentata da un’ideologia che esalta l’eterosessualità e condanna le altre forme di sessualità.
La discriminazione si attua nel posto di lavoro, nella società e nella famiglia dove dichiararsi omosessuale è causa di crisi, ricatti e tragedie di varia natura. Infatti, “uscire allo scoperto” da parte degli LGBT continua ad essere doloroso per tanti giovani come dimostrano le elevate percentuali di suicidio tra giovani lesbiche e gay.
Spesso si vuole dimostrare ipocritamente che l’oppressione non esiste. E’ il caso di quella tra i generi, dove si vede una sostanziale uguaglianza che non ci potrà mai essere fin quando esiste il sistema capitalistico. Un altro esempio di ipocrisia riguarda l’oppressione razziale. Infatti, un bianco ama premettere ad ogni discorso razzista di “non essere razzista”. Per gay, lesbiche e trans l’atteggiamento consueto da parte dei più è invece quello di discriminarli apertamente. Ciò consente agli eterosessuali di guadagnarsi a basso costo “una patente di normalità”.
Ricordare che l’oppressione delle donne è un utile paradigma delle oppressioni generali e che senza una battaglia senza quartiere alla società divisa in classi, questa vicenda farà come tutto quanto, un passo avanti e due indietro. Il nostro compito nel futuro sarà quello di far sentire nuovamente la voce dei comunisti/e, di cercare di sconfiggere le impostazioni borghesi, ma soprattutto di non perdere il contatto con le istanze di metà della popolazione e di conseguenza di metà della classe.
“Il movimento comunista femminile deve essere un movimento di massa, una parte del movimento generale di massa, non solo del proletariato, ma di tutti gli sfruttati e di tutti gli oppressi, di tutte le vittime del capitalismo e di ogni altra forma di schiavitù. In ciò sta il suo significato nel quadro delle lotte di classe del proletariato e della sua creazione storica: la società comunista.”
[Lenin in “Lenin e il movimento femminile” di Clara Zetkin, 1925]

MERCOLEDÌ 17 FEBBRAIO DALLE ORE 9,30 ALLE ORE 12,30
PAVIA- PIAZZALE TORINO
in caso di pioggia via Indipendenza (davanti alla A.S.L)
INCONTRO CON IL
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Verrà distribuito materiale informativo e
“UNITÀ DI CLASSE” il Giornale Comunista dei Lavoratori

ORGANIZZA

  • Partito Comunista dei Lavoratori
    Pavia sez. "Tiziano Bagarolo"

CONTATTI

  • pclsezpavia@gmail.com